Roma, 2 mag. (LaPresse) – “C’è stata una falsa partenza, causata da un avvocato dei quattro, che è venuta a contatto con una persona infetta da Covid, e non si è svolta l’udienza preliminare”, perché questa persona “pur potendo, non si è voluta collegare da remoto. Speriamo che questo, che a noi sembra già un comportamento non corretto, possa non ripetersi spesso e nemmeno nella prossima udienza che si terrà il 25 maggio”. Lo dice Claudio Regeni, padre di Giulio, il giovane ricercatore italiano avvenuto nel 2016 al Cairo, ai microfoni di ‘Che tempo che fa’, su Rai3. Accanto a lui la moglie Paola, che aggiunge: “La riteniamo una manovra ostruzionistica”.

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