Era visibile in diversi Paesi d’Europa, soprattutto al Nord ma anche in alcune aree d’Italia, l’aurora boreale provocata da una tempesta geomagnetica, o tempesta solare, nella notte tra il primo e il 2 settembre 2025.
Secondo lo Space Weather Prediction Center – National Oceanic and Atmospheric Administration, il livello G2 (Moderato) della tempesta geomagnetica è stato raggiunto ieri sera, alle 23.36 ora italiana.
Secondo lo Space Weather Prediction Center “la Regione Attiva 4199 ha prodotto un brillamento solare di lunga durata di classe M2.7, che ha raggiunto il picco intorno alle 20 UTC del 30 agosto. Un’espulsione di massa coronale (CME) a pieno alone è stata osservata nelle immagini del coronografo”. “L’evento è stato analizzato e si prevede che colpirà la Terra nella tarda giornata del 1° settembre e nelle prime ore del 2 settembre (UTC)”. Dunque l’aurora boreale è stata visibile nella notte in diverse aree del Pianeta.
“Le attuali simulazioni indicano che una tempesta geomagnetica di livello G2 (Moderata) è probabile nella tarda giornata del 1° settembre, quando la CME raggiungerà inizialmente la Terra, con condizioni di tempesta G3 (Forte) che probabilmente seguiranno il 2 settembre, quando la parte principale della tempesta passerà”.
Lo SWPC “avvisa i gestori delle infrastrutture critiche quando si verificano queste tempeste. Chi invece vuole provare a vedere l’aurora può seguire gli aggiornamenti sul sito spaceweather.gov e controllare le previsioni meteo locali per sapere se il cielo sarà sereno o coperto da nuvole”, spiega ancora il sito del Centro.
Che cos’è una tempesta solare (o tempesta geomagnetica) e come è collegata all’aurora boreale
Una tempesta solare di enormi proporzioni che “bombarda” il nostro pianeta, in grado di innescare delle potentissime correnti a terra che, sovraccaricando la rete elettrica di molti Paesi, causerebbe settimane di buio in vastissime aree del mondo. Il rischio di vasti black-out indotti dalle tempeste geomagnetiche generate dal Sole è, in effetti, reale. E’ quanto riporta in un articolo l’Ingv.
In una intervista sul sito dell’Ingv, Roberta Tozzi spiega che “si tratta di correnti elettriche che, in condizioni molto particolari, scorrono nel sottosuolo del nostro Pianeta. In generale, va ricordato che le correnti elettriche vengono generate ogni qualvolta ci sia una variazione di campo magnetico; la Terra, come sappiamo, è dotata di un suo campo magnetico che risente moltissimo di ciò che avviene sul Sole”.
“Quest’ultimo produce costantemente un flusso di particelle cariche, il cosiddetto vento solare, che, in condizioni normali, scorre lontano dal nostro pianeta poiché ‘schermato’ dalla magnetosfera – spiega ancora Tozzi -. Tuttavia può capitare che il Sole sia più attivo ed espella massa coronale: questo avviene quando sul Sole si verificano delle vere e proprie ‘esplosioni‘, a seguito delle quali le particelle cariche del vento solare vengono lanciate ad altissima velocità nello spazio e, in determinate condizioni, possono finire con l’investire Terra”.
Secondo Tozzi la tempesta geomagnetica che ha provocato più problemi sulla Terra è stata “probabilmente quella che interessò la regione del Québec, in Canada, nel marzo del 1989”. “Fu un evento molto esteso che si verificò a latitudini alte (ma non altissime) e riguardò tantissime persone che rimasero letteralmente al buio per diversi giorni. In quel caso, anche a causa delle geologia del luogo, con un sottosuolo più resistivo rispetto a quello delle zone circostanti, le GIC, non riuscendo a scorrere bene nel terreno, si sono concentrate massivamente sulle linee di trasmissione della corrente elettrica, producendo quell’ingente danno che fu il black-out”.