Tutti i segreti dell’iconico e ardente simbolo dei Giochi
Il braciere olimpico è uno dei simboli più importanti dei Giochi e spegnerlo significa che l’edizione è ufficialmente conclusa.
Nato già durante le Olimpiadi antiche, per le edizioni moderne è stato riportato in vita con nuove regole e affascinanti tradizioni.
Scopriamone quindi ogni segreto, partendo dalle origini fino ad arrivare a oggi!
Cos’è il braciere olimpico?
Il braciere olimpico è un enorme contenitore al cui interno arde la fiamma olimpica.
Viene anche chiamato tripode ed è solitamente posizionato nell’area circostante allo stadio olimpico in cui hanno luogo la cerimonia di apertura e di chiusura dei Giochi.
Non esiste un unico braciere: per ogni edizione delle Olimpiadi ne viene ideato uno nuovo, proponendo un design originale e innovativo che si discosti dai modelli precedenti.
Si cerca in genere di rappresentare lo stile, lo spirito e le caratteristiche dei Giochi che dovrà simboleggiare e in più si tiene conto dei gusti e delle tradizioni del Paese ospitante.
La particolarità è che la fiamma deve rimanere accesa per tutta la durata dei Giochi Olimpici e deve essere sempre ben visibile dalla gente: per questo i bracieri sono spesso molto alti e progettati per essere notati da molti punti della città.
Braciere olimpico: un po’ di storia
Il primo braciere delle Olimpiadi moderne è del 1928 e venne ideato dall’architetto olandese Jan Wils.
Nei progetti per gli impianti, infatti, era stata inserita una torre e Wils pensò di accendervi un fuoco.
Il 28 luglio 1928, quindi, data ufficiale di inizio della IX Olimpiade, la prima torcia olimpica venne accesa nella Torre di Maratona, chiamata anche posacenere della KLM.
Le Olimpiadi di Amsterdam introdussero così un’iconica novità, ma l’idea non fu del tutto originale: il concetto di braciere olimpico risale infatti ai Giochi dell’Antica Grecia, precursori e fonte di ispirazione per le Olimpiadi attuali.
Nell’Antica Grecia il fuoco veniva associato agli Dei e si pensava che fosse stato donato agli uomini da Prometeo, che rubò delle scintille a Efesto.
Per questo in occasione dei Giochi, dedicati a Zeus, venivano accesi dei fuochi che onorassero lui e la moglie Era.
Non a caso la fiamma delle Olimpiadi moderne viene accesa proprio nel punto esatto in cui a Olimpia sorgeva il tempio di Era.
I tedofori, i prescelti per dare il via ai giochi
Come si accende il braciere olimpico?
La prima cosa da sapere è che il braciere è solo la tappa finale di un lungo percorso che ha inizio a Olimpia, culla delle Olimpiadi antiche.
La fiamma olimpica viene infatti accesa mesi prima dell’inizio dei Giochi e portata in giro per diverse città da persone selezionate chiamate tedofori: per ogni edizione viene scelto poi un tedoforo finale – solitamente un atleta di grande fama – che ha il compito di accendere il braciere e dare così ufficialmente il via alle Olimpiadi.
Il primo vero tedoforo della storia è stato un dipendente della compagnia elettrica di Amsterdam, che nel 1928 accese la Torre di Maratona.
Dal 1936 se ne sono poi susseguiti tantissimi e a ogni Olimpiade si assiste a un’entusiasmante staffetta che si conclude nello stadio olimpico, destinazione finale del viaggio.
Dal 1960 la fiaccola viene sempre accesa a Olimpia, durante una cerimonia in cui undici attrici impersonano le antiche sacerdotesse del Tempio di Era e pongono una torcia all’interno di uno specchio concavo in cui si concentrano i raggi del Sole.
La fiamma arde in Grecia per qualche giorno e poi viene trasferita nel Paese ospitante dei Giochi per la staffetta: il primo tedoforo è sempre di nazionalità greca e l’ultimo, solitamente tenuto segreto, proviene dalla nazione ospite.
Curiosità e aneddoti sulla fiamma olimpica
Vediamo ora qualche interessante curiosità sulla fiamma olimpica, simbolo di un evento che da sempre attira l’attenzione di milioni di persone:
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La fiamma olimpica, per tradizione, viene trasportata a piedi, ma se serve si può ricorrere anche a mezzi di trasporto come aerei o navi.
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Tra i mezzi di trasporto più curiosi troviamo una Ferrari, un cammello, una canoa amerindia e l’Oceano: la fiamma, infatti, ha viaggiato anche sott’acqua vicino alla barriera corallina.
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Capita spesso che durante la staffetta la fiamma si spenga.
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Il braciere olimpico è anche chiamato grande torcia.
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La prima staffetta risale alle Olimpiadi di Oslo del 1952: in quell’occasione il fuoco venne eccezionalmente acceso nel caminetto di casa della leggenda norvegese dello sci Sondre Norheim.
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Durante le Olimpiadi di Melbourne del 1956 i tedofori viaggiarono a cavallo per portare la fiamma a Stoccolma, dove si svolsero le gare di equitazione.
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Nel 1992 il braciere venne acceso da una freccia infiammata scoccata dall’arciere Antonio Rebollo.
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Un particolare tedoforo fu Yoshinori Sakai, nato il giorno dello scoppio della bomba atomica a Hiroshima e scelto per accendere il braciere di Tokyo 1964.
L’ultimo braciere: Tokyo 2020
Domenica 8 agosto 2021 ha avuto ufficialmente fine la XXXII edizione dei Giochi: su Tokyo 2020 è infatti calato il sipario e allo Stadio Olimpico di Tokyo abbiamo assistito alla cerimonia di chiusura.
Il braciere, acceso dalla tennista giapponese Naomi Ōsaka, è stato spento dando a tutti l’arrivederci a Parigi 2024.
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