Il tennista serbo protagonista della cover story del numero di febbraio di GQ Italia
Novak Djokovic è il protagonista della nuova cover story del numero di febbraio di GQ Italia. Intervistato da Daniel Riley, direttore dello sviluppo globale dei contenuti di GQ, il campione di tennis ha raccontato aneddoti sulla sua carriera, sulla sua famiglia, sul suo interesse per la politica e altro ancora.
Il ritiro? Non ci penso
“Penso più al come che al quando. Sul quando, non ci penso ancora così intensamente. Come… come vorrei chiudere? Immagino che se dovessi iniziare a perdere troppe volte, ad avvertire un divario sempre maggiore con gli avversari e ad avere più difficoltà a superare i veri ostacoli nei tornei di Slam, allora probabilmente la farei finita. Al momento, però, sto bene e continuo ad andare avanti”, ha detto Nole che ha parlato di nuovo della vicenda del 2022, in occasione degli Australian Open, che lo ha visto trattenuto ed espulso a Melbourne: “Si trattava di una questione politica. Non aveva nulla a che vedere con il vaccino, il Covid o qualsiasi altra cosa. Era solo politica. I politici non sopportavano la mia presenza. Per loro, credo, era meno dannoso deportarmi che tenermi lì”.
“Rientrato a casa ho avuto dei problemi di salute. E mi sono reso conto che in quell’hotel di Melbourne mi hanno dato del cibo tossico. L’ho scoperto appena sono tornato in Serbia. Non l’ho mai rivelato a nessuno pubblicamente – ha detto il serbo – dalle analisi è venuto fuori che avevo in corpo un livello di metallo pesante davvero alto. C’erano piombo e mercurio. Ero decisamente malato. Sulle prime sembrava un’influenza, una banale influenza. Tuttavia, nei giorni successivi, quello che pensavo essere un male passeggero mi ha debilitato così tanto. Ho avuto diverse ricadute, finché sono stato costretto a sottopormi a una serie di esami tossicologici”.
Sul vaccino Covid
“Non sono a favore dei vaccini. Non sono anti-vax. Sono un sostenitore della libertà di scegliere ciò che è giusto per te e il tuo corpo. Perciò, non credo sia corretto che qualcuno possa negarmi il diritto di scegliere cosa introdurre nel mio organismo”, ha dichiarato Djokovic. “Sono una persona sana, mi prendo cura di me stesso, sto sempre attento alle mie esigenze di salute e sono un atleta professionista. E proprio perché sono un atleta professionista, sono estremamente cauto su cosa assumo e mi sottopongo regolarmente a esami, analisi del sangue e a qualsiasi altro tipo di controllo. So esattamente cosa sta succedendo. Perciò, non ho sentito il bisogno di farlo. Questo non significa che per me fosse ininfluente sapere di non essere un pericolo per gli altri. Perché non lo ero: avevo gli anticorpi”, ha spiegato l’ex numero 1 del mondo. Sull’impegno politico. “Molte persone mi chiedono se voglio entrare in politica un giorno perché ritengono che dovrei candidarmi alla presidenza della Serbia. Al momento, non sono interessato perché credo che la scena politica nella nostra regione non sia buona. Non voglio usare parole più dure – ha proseguito – ma non vedo come potrei essere utile e dare al mio Paese ciò che merita senza essere… come posso dire? Manipolato. C’è così tanta pressione in questo momento che, anche se entri in politica con buone intenzioni… poi voglio sottolinearlo, non ho una formazione politica. Perciò, anche in futuro, se dovessi pensare a una scelta del genere, affronterei prima un periodo di formazione”.
Il sogno di un’unione delle nazioni dell’ex Jugoslavia
Sull’unione delle nazioni dell’ex Jugoslavia. “Nei miei sogni più sfrenati, direi in uno scenario perfetto, perché no? Parliamo la stessa lingua o una lingua molto, molto simile. Ci capiamo perfettamente. Se guardi i nostri costumi tradizionali, musica, danza, cibo: sono gli stessi! Esattamente gli stessi. Solo che le parole usate per descriverli sono diverse. Quindi sì, sono favorevole a unire le nostre Nazioni il più possibile. Non penso sia realisticamente fattibile, anche se nulla è impossibile. Ecco perché dico che, se dimostriamo di avere le stesse radici, la stessa storia e di provenire dalle stesse identiche tribù, allora forse qualcosa scatterà nelle persone”, rivela Nole.
I rivali del passato e del presente
Tornando al tennis, Djokovic ha parlato dei suoi rivali del passato e del presente. “Una parola per ognuno di loro? Roger Federer: Eleganza. Rafael Nadal: Tenacia. Carlos Alcaraz: Carisma. Jannik Sinner: Sci”, ha detto. “Il più intimidatorio? Ti rispondo Nadal. Era famoso per questo, ancora oggi corre nei piccoli corridoi dello spogliatoio e mette letteralmente al tappeto chi gli si para davanti. Escono dalla toilette e lui vuole fargli sentire la sua presenza. Capisci? È un messaggio molto fisico. Ti dice: io sono qui. Sto saltando in giro. Sono pronto per una battaglia. Sarò aggressivo con te fin dall’inizio. Dal primo istante sentirai i miei grugniti. Questo intimorisce molti giocatori”, ha concluso Djokovic.
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