La pietra si riveste d’oro. Amos Mosaner e Stefania Constantini entrano nella storia dello sport azzurro: per la prima volta l’Italia conquista una medaglia nel curling ai Giochi Olimpici, e per di più del metallo più pregiato. Il trionfo nella finale contro la Norvegia è solo l’ultimo tassello di una settimana da sogno per il doppio misto allenato da Violetta Caldart, che ha completato un percorso netto alle Olimpiadi. Nove vittorie su nove nel round robin, il successo – travolgente – in semifinale con la Svezia, infine la ciliegina sulla torta nell’ultimo atto del torneo. Dalla sorpresa all’exploit, dall’exploit all’impresa, dall’impresa alla leggenda. Destinata a restare scolpita in una stone.
L’Ice Cube – il vecchio National Aquatics Centre convertito a palazzetto del curling – si tinge nuovamente di azzurro a quattordici anni da un’altra data che ha riscritto la storia dello sport italiano, l’oro olimpico conquistato da Federica Pellegrini nei 200 stile libero, prima nuotatrice azzurra a conquistare la medaglia più preziosa. Quanto fatto da Mosaner-Constantini però assume ancor più i connotati di una impresa. Basti pensare al numero di praticanti di curling in Italia – 333 tesserati – al fatto che questa coppia si è formata pochi mesi fa, ad aprile, e al numero di impianti presenti nel nostro paese, che si conta sulle dita di una mano: Cortina, Pinerolo, Cembra. “E’ un oro che passa alla storia, come quello di Jacobs – ha sottolineato non a caso il presidente del Coni Giovanni Malagò – Grazie Stefania, grazie Amos. Siete l’orgoglio d’Italia. Non avete vinto le Olimpiadi, le avete stravinte! Guidati da una grande Violetta Caldart, siete stati formidabili nella vostra semplicità: intesa, solidità e affiatamento dovrebbero essere prese ad esempio dall’intero Paese. I vostri sorrisi e la vostra serenità sono stati il più bel messaggio per chi vi ha seguito da casa. Oggi voi rappresentate l’immagine che tutti noi sogniamo dell’Italia”.
Dopo un inizio in salita, con la coppia Kristin Skaslien e Magnus Nedregotten capace di portarsi sul 2-0 nel primo end, il duo azzurro non si è scomposto e ha prontamente ristabilito la parità, prima di rubare due mani consecutive, con tre punti nel quarto end, volando 6-2 prima dell’intervallo. Nella seconda metà di gara, con la posta in palio ‘pesante’ sempre più vicina, Mosaner e Constantini sono stati bravi a rimanere freddi e annullare il tentativo di rientro della Norvegia chiudendo la partita 8-5. E coronando il sogno di una vita “che diventa realtà. Undici vittorie su undici, abbiamo dato il nostro meglio. Questa medaglia ce la siamo meritata – ha sottolineato l’atleta cortinese delle Fiamme Oro – E’ una bella medaglia pesante ottenuta alla mia prima Olimpiade. Tanti anni fa sognavo questo momento, è indescrivibile. Il lavoro di squadra è stato eccezionale. E’ stato un equilibrio perfetto. E’ davvero tanta roba”. Accanto a lei il neocampione olimpico con la passione per il ciclismo conferma. “Undici vittorie e zero sconfitte, probabilmente alla fine siamo stati la squadra migliore. Non abbiamo rubato niente a nessuno. A casa mia, a Cembra (Trento, ndr) ci sarà una festa in tutto il paese – ha raccontato – Lo si fa sempre quando c’è qualcuno che fa qualcosa di importante, nello sport e non solo”. Mosaner e Constantini ci sono riusciti alla grande.