Il tricolore è portato in quota dalla squadra azzurra dei tuffi che in un pomeriggio condizionato dal maltempo (gare in acque libere a Ostia ancora rinviate), regalano due argenti e un bronzo
Niente pioggia d’oro ma l’Italia continua agli Europei di Roma a tuffarsi dove l’acqua è più blu. Passata la ‘sbornia’ nel nuoto in corsia, il tricolore è portato in quota dalla squadra azzurra dei tuffi che in un pomeriggio condizionato dal maltempo (gare in acque libere a Ostia ancora rinviate), regalano due argenti e un bronzo costruiti con la forza dei nervi distesi, dopo rimonte che sembravano ‘impossibili’. Elena Bertocchi e Chiara Pellacani vanno a prendersi il secondo posto nel trampolino tre metri sincro, dopo un avvio da brividi riuscendo a ‘riemergere’ da un penultimo posto dopo il secondo tuffo obbligatorio. L’esperienza della ‘veterana’ diciannovenne romana (alla sua undicesima medaglia continentale) e la tenacia della 27enne milanese hanno fatto la differenza. Ad ogni prova una lenta risalita, il doppio avanti e mezzo con avvitamento carpiato ben eseguito è bastato per rimettersi in carreggiata, il triplo e mezzo avanti le ha rilanciate in zona medaglie per poi dare la zampata finale con il doppio e mezzo indietro. Sfruttando gli errori nel sincronismo delle avversarie le azzurre si prendono così un argento (con il punteggio di 260.76) che appare quasi un ‘miracolo’. A fine gara le ragazze, eredi di Tania Cagnotto e Francesca Dallapè (otto volte di seguito campionesse europee) hanno infatti confessato di non essersi mai allenate insieme dai Giochi di Tokyo, se non alla vigilia di questo Europeo. “Abbiamo provato solo prima della gara. Nell’ultima prova c’è stato qualche piccolo errore, si poteva fare meglio con un po’ di allenamento in più ma possiamo ritenerci soddisfatte”, ha dichiarato Pellacani. “Un anno è tantissimo – aggiunge Elena – e solo poche ore prima per la prima volta abbiamo riprovato i liberi”, ha aggiunto Bertocchi. Davanti a loro, fin dall’inizio, le tedesche Lena Hentschel e Tina Punzel che si confermano campionesse d’Europa, sebbene con un punteggio più basso del solito: 281.16. Terzo posto e medaglia di bronzo per le svedesi Emilia Nilsson Garip e Elna Wilerstrom con 257.10.

Tokyo 2020, Day 6: Tuffi sincronizzati trampolino 3mt maschi
Incerta e appassionante fino alla fine anche la gara nel trampolino da un metro che ha visto protagonisti gli azzurri Lorenzo Marsaglia e Giovanni Tocci. E’ la prima volta che due azzurri si ritrovano insieme sul podio dai tempi di Klaus Dibiasi (che ha premiato i due italiani) e Giorgio Cagnotto. Il bottino per l’Italia dei tuffi sale ora a 8 podi (2 ori, 2 argenti e 4 bronzi). Euforia contagiosa per i compagni di sincro che costruiscono una gara quasi perfetta vinta dall’irrangiungibile britannico Jack Laugher (oro con 413.40 punti). La svolta per entrambi arriva al quinto tuffo con il triplo e mezzo avanti raggruppato. Tocci impeccabile fa 67.50 punti, Marsaglia arriva a 69 così da ridurre il gap a 12 punti dal britannico. L’oro si decide all’ultimo tuffo. Oltre alla tecnica serve anche tanta freddezza e i due azzurri non si fanno prendere dall’ansia. Per il bronzo, Tocci deve superarsi e lo fa con un doppio salto mortale e mezzo ritornato raggruppato perfetto che fa esultare lo stadio del nuoto (chiude a 386.20 punti). Marsaglia con un doppio e mezzo avanti e un avvitamento consolida la seconda piazza e si porta a casa un argento pesante (396.25 punti totali). “Gara perfetta? Ancora no, fin quando non si raggiunge il 10 si può sempre migliorare. Ma questo argento è bellissimo”, ha dichiarato Marsaglia che si è abbracciato a fine gara con il compagno di sincro per aver scritto sull’acqua un’altra favola azzurra. Per Tocci “condividere il podio con Lorenzo è un sogno”. E l’Italia non intende più svegliarsi. Speranze dorate sono affidate anche alle gare in acque libere che privano però Gregorio Paltrinieri della possibilità di fare ‘cinquina’. Le prove sono state infatte compresse nel week-end causa maltempo costringendo gli organizzatori ad annullare la prova a squadra. Per Greg niente ‘manita’ ma “anche il poker può andare bene”. Greg è carico, spera solo che il vento dia una tregua per sfogare tutta la sua voglia di vincere.
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