Il sindaco Luca Vecchi: "Il suo messaggio ricorda che non serve solo talento ma anche etica del lavoro"

Kobe Bryant non era solo talento, ma tanta perseveranza, caparbietà e lavoro. Credo che questo sia il suo messaggio più potente, che arriva alle giovani generazioni: non servono solo i talenti ma anche una profonda etica del lavoro, unita a principi solidi”. Lo ha detto il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, in occasione dell’intitolazione al campione e alla figlia Gianna del largo antistante al Palazzetto dello sport della città emiliana. La leggenda della Nba aveva passato gran parte della sua infanzia a Reggio Emilia e aveva giocato nella squadra di pallacanestro cittadina.

“Lui arrivò qui grazie alla sua famiglia – ha aggiunto Vecchi -. Lui e Reggio si sono incontrati e non si sono mai dimenticati. Questo è un nostro gesto di riconoscenza perenne della nostra comunità”. Il campione, che perse la vita in un incidente aereo, insieme alla figlia Gianna, il 26 gennaio 2020, rimase in vita molto legato sia alla città emiliana, sia all’Italia. “Penso che in questa bellissima è tragica storia ci sia qualcosa di molto profondo, che ha a che fare anche con lo ius culturae e con una idea alta di cittadinanza. Quando vivi e cresci con noi diventi uno di noi e lo resterai per sempre. Kobe Bryant resterà sempre uno di noi. Kobe e Gianna saranno sempre con noi e saranno sempre reggiani forever”.

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