Il campione olimpico e mondiale è arrivato ottavo sulla distanza dei 20 km: nel gruppo di testa fino al 13esimo chilometro, ha pagato la stanchezza degli impegni ravvicinati. Quinto Francesco Fortunato
La fatica e il sudore questa volta non si tramutano in una medaglia. Massimo Stano incappa in una giornata no a Monaco e deve dire addio al sogno di eguagliare Alberto Cova, l’unico atleta italiano a poter vantare in bacheca l’oro olimpico, mondiale ed europeo all’aperto. Il marciatore pugliese inciampa sul circuito cittadino con arrivo a Odeonsplatz, in pieno centro, e interrompe la magica striscia di vittorie negli appuntamenti più importanti. Dopo il trionfo ai Giochi di Tokyo nella 20 km e quello di un mese fa ai Mondiali di Eugene nella 35, l’Europeo si rivela una trappola in cui l’azzurro finisce dentro con entrambi i piedi, chiudendo all’ottavo posto, a oltre due minuti (2’07) dal vincitore, lo spagnolo Alvaro Martin, che bissa il successo di quattro anni fa a Berlino. L’Italia si consola, in parte, con i buoni piazzamenti di Francesco Fortunato e Valentina Trapletti, entrambi quinti ma lontani dalla zona podio.
“Sembra semplice, invece è più difficile”, aveva avvertito alla vigilia il campione olimpico. Sembravano parole di circostanza, per colui che si presentava a pieno diritto come il favorito nella gara riservata agli atleti del Vecchio Continente. Invece, dopo un forcing tentato attorno a metà corsa, Stano ha perso contatto dai migliori tra il 12° e il 13° chilometro. Naufragando nel finale, complici anche alcuni crampi addominali. “Sono delusissimo”, ha ammesso l’azzurro senza comunque rinunciare al senso dell’umorismo e della battuta facile (“senza giapponesi non mi sento motivato, per l’Europeo di Roma chiederò se è possibile averli”) che lo contraddistingue. Non manca in ogni caso un momento di commozione, in cui la voce si spezza, al termine di una fatica di quasi un’ora e mezza. “A un certo punto ho pensato di fermarmi – ha rivelato l’atleta pugliese – Ma non volevo e l’ho portata a termine perché quando indosso la maglia dell’Italia devo difenderla fino alla fine. Ho cercato di resistere il più possibile”.
Le gambe però questa volta non l’hanno supportato e così, soprattutto in vista del doppio impegno al Mondiale della prossima estate a Budapest, nei 20 e nei 35 km, il flop bavarese diventa spunto di riflessione per programmare i piani futuri. “Qualcosa non ha funzionato, le gambe non rispondevano come dovevano – ha proseguito il marciatore nella sua analisi – Dobbiamo capire cosa è successo in questo mese. C’è qualcosa che dobbiamo cambiare probabilmente, ma adesso non è il momento e il luogo per fare questi ragionamenti. Ho dato il massimo, oggi valevo questo. Non si è invincibili purtroppo, ma meglio oggi che a Eugene”. Il bello di Stano da Grumo Appula in fondo è proprio questo: trovare un motivo per sorridere anche in una giornata storta.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata