I dieci eventi sportivi del 2018. Il 22 giugno il ventenne milanese ha corso i 100 piani in 9"99, primo italiano sotto i 10". Agli europei di atletica è solo quinto. Un anno decisivo verso le Olimpiadi di Tokyo
La pista di Madrid è azzurra, le immagini sono un po' sfuocate, il ragazzo al centro, in quinta corsia nella finale dei 100 metri piani del meeting madrileno, ha la maglia scura, si chiama Filippo Tortu, è milanese, ha compiuto vent'anni da una settimana. Prima della partenza c'è una lunga attesa. Finalmente si va. Vince, in corsia 3, il cinese Su Bingtiene con un ottimo tempo: 9"92. Filippo è secondo, ma dopo qualche attimo, tutti corrono ad abbracciarlo perché il ragazzo milanese di origine sarda ha appena fatto la Storia: è il primo italiano a correre i 100 metri piani in meno di 10 secondi: 9"99 è il tempo ufficiale. Il record precedente (10"01) apparteneva al grande Pietro Mennea che lo aveva stabilito addirittura 39 anni fa, nel 1979. Alla "Freccia del Sud" (scomparso nel 2013) era sempre rimasto il cruccio di non essere mai sceso sotto i 10" nei 100, lui che fece un fantastico 19"72 sui 200 (record mondiale) che venne superato sono nel 1996 e che è ancora record europeo.
Filippo è il 134esimo uomo al mondo a correre i 100 metri in meno di 10 secondi e sa benissimo che da adesso in poi avrà sulle spalle il peso e l'immagine dell'atletica italiana. La sua prima dichiarazione è di pura felicità: "E' una gioia incredibile, anche se avrò bisogno di qualche ora per metabolizzare questo risultato: ho lavorato molto e con costanza per arrivare qui e sono felice per me, per l'atletica italiana, per mio padre e per tutti quelli che mi hanno sostenuto". Ringrazia il padre Salvino che lo allena e tutto il suo staff. Poi, una frase su Mennea e la responsabilità che gli è piovuta addosso: "Sapevo di potercela fare, ma per me il record di Mennea è sempre rimasto un sogno da quando ero bambino e adesso sono veramente felice. L'obiettivo della stagione restano gli Europei, adesso cercherò di non pensare al tempo che ho fatto e mi concentro su Berlino".
A Berlino, purtroppo, le cose non vanno benissimo. O, almeno, meno bene delle attese che, a questo punto, erano per una medaglia. Filippo salta le batterie grazie ai suoi risultati e vince tranquillamente la semifinale in 10"12. Uno dei favoriti, il francese Vicaut è fuori e per Filippo le speranze di medaglia sono solide. Si corre alle 21 e 50 del 7 agosto. Tortu parte bene, ma nel finale sembra cedere. E' solo quinto in 10"05 a sette centesimi dal podio occupato dai due britannici Zharnel Hughes (9″95) e Reece Prescod (battuto di un centesimo). Terzo il turco Jak Ali Harvey.
Filippo ci resta male, ma è sincero nell'analizzare i suoi errori e non cerca scuse: “Sono molto amareggiato – dice intervistato da RaiSport – perchè era la gara più importante dell’anno e gli altri sono andati semplicemente più forte. Ho corso bene, ero rilassato. E' la prima bella batosta che prendo”. “Gli ultimi metri ho mollato – aggiunge – ed è una cosa che non si fa. La delusione è tantissima”. Poi smentisce di aver avuto problemi fisici: “La tosse non c’entra niente, dovevo solo correre più veloce. Oggi non contava il tempo, ma vincere o prendere una medaglia. Non è stato così e sono proprio arrabbiato“.
Qualche giorno dopo, Tortu corre la staffetta 4×100 con Federico Cattaneo, Fausto Desalu e Davide Manenti. Il quartetto azzurro è terzo in batteria in 38"82, poco convincente. Sarebbe comunque qualificato, ma arriva la squalifica per salto di corsia.
Insomma, un anno meraviglioso, per Filippo Tortu, ma anche un anno che gli ha insegnato il sapore amaro della sconfitta. Il prossimo, il 2019, dovrà essere un anno di avvicinamento ai giochi olimpici di Tokyo 2020. Filippo sa che non può più sbagliare.
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