I dieci eventi sportivi del 2018. Il golfista azzurro sulla vetta del mondo. I trionfi al Master, in Ryder Cupa e nella Race to Dubai. Un ragazzo semplice in uno sport difficile
Una pallina, dieci mazze, un uomo solo su un prato e tanto silenzio. E' il golf e non è uno sport per italiani. Infatti, da quando esiste (e si parla di oltre 500 anni) è stato dominato da scozzesi (che l'hanno inventato), inglesi e americani. Ma circa venticinque anni fa, Costantino Rocca (un bergamasco) cominciò a farsi un nome in giro per l'Europa e, dopo di lui, una generazione di giovani leoni ha dato all'Italia l'ebrezza di essere una nazione rispettate nel mondo del golf. Quest'anno, per la prima volta, un italiano si è assiso sulla vetta europea di questo sport ed è salito fino al sesto posto al mondo, con una stagione straordinaria. Si chiama Francesco Molinari, ha 36 anni, viene da Torino, è sposato con l'avvocata Valentina Platini, ha due bambini (Tommaso e Emma) vive a Londra ed è, all'apparenza, un ragazzo molto tranquillo.
Quest'anno, Francesco ne ha combinate di tutti i colori: ha vinto (prima volta) per un italiano l'Open Championship (l'edizione numero 147) sul terribile percorso di Carnoustie in Scozia, ha trionfato (prima volta per un azzurro) in un torneo americano (il Quicken Loans National), ha dominato la Race to Dubai (praticamente il campionato dei professionisti europei vincendo anche il British Open ) e ha condotto l'Europa alla vittoria sugli Usa nella Ryder Cup (17,5 a 10,5) conquistando tutti e 5 i punti a sua disposizione sul percorso de Le Golf National, Saint-Quentin-en-Yvelines di Guyancourt alle porte di Parigi davanti a un pubblico impazzito che faceva un tifo da stadio e che lo ha eletto a beniamino europeo.
Nel solo 2018, Francesco Molinari ha guadagnato più di 5 milioni di dollari e almeno 25 in carriera. Ma è rimasto un ragazzo tranquillo con la testa sul collo. Dopo il trionfo nel British Open si è "lasciato andare" a questa dichiarazione: “Dedico questo successo alla mia famiglia e al mio staff, a cui devo moltissimo. E’ stata una grande lotta ma per fortuna ce l’ho fatta. Congratulazioni ai miei avversari che sono stati assolutamente esemplari. Grazie anche ai volontari che hanno contribuito a rendere questo torneo davvero unico”. Uno che sa cosa vuol dire "understatement".
The Open – E' il 22 luglio, con Tiger Woods (il miglior golfista della Storia). Ha tre colpi di ritardo da tre terribili americani Kisner, Spieth e Schauffle. Nei primi due giri, Francesco è rimasto abbastanza indietro, oltre la decima posizione. Nel terzo giro spara un fantastico 65 (-6) senza neanche un bogey e si porta al quinto posto tre colpi dal trio di testa. Woods è sesto, un colpo dietro all'azzurro. Mentre Francesco continua a non sbagliare una buca Kisner fa un doppio bogey alla seconda e chiuderà il giro in 74 (tre sopra il par) mantenendo a stento il secondo posto. Spieth fa un mezzo disastro e termina in 76 (+5) chiudendo al nono posto in classifica. Schauffle è l'ultimo a cedere (74) mentre dalle retrovie risalgono Justin Rose e Rory McIlroy. Francesco fa un birdie alla 14 (dopo tredici faticosissimi par disturbati dal vento) e si ripete alla 18- Il suo totale sui quattro giri è di 278 (8 sotto il par). Facendo i conti finali, ci si renderà conto che Molinari non ha sbagliato neanche una delle ultime 37 buche (nemmeno un bogey). Tiger Woods chiude con 71 (par di giornata) ma non può far altro che assistere al trionfo dell'italiano che solleva sorridendo la piccola Claret Jug, l'apparentemente insignificante coppetta d'argento che ogni golfista sogna di avere in bacheca a fine carriera.
Ryder Cup – La Ryder Cup è un altro sport. Quando un gioco individuale tra gentleman diventa una battaglia a squadre con due continenti (Europa contro Stati Uniti) in campo, un tifo da stadio e una rabbia agonistica che il golf, di solito, non conosce. Francesco Molinari, col suo carattere schivo e tranquillo non sembra adattissimo alla Ryder Cup. Ma, alla fine, lo vedremo ballare e saltare con l'amico Tommy Fleetwood con il quale, dopo la Ryder parigina costituisce, ormai una coppia "di fatto", la "Moliwood". Francesco vince tutte le sue partite e porta 5 punti (su 17,5 totali) all'Europa. Comincia con Fleetwood nel "fourballs" di venerdì mattina battendo Tiger Woods e Patrick Reed. I due europei si ripetono al pomeriggio (nel "foursome" sbaragliando Justin Thomas e Jordan Spieth. Il sabato mattina fanno di nuovo la festa a Tiger Woods che non sopporta più il suo compagno Reed e al pomeriggio lo risuonano anche con il nuovo compagno Dechambeau. La domenica Francesco, da solo, sconfigge anche il veterano di tante battaglie Phil Mickelson. Percorso netto, mai successo prima a un europeo. I critici sono tutti d'accordo: questa Ryder l'ha vinta "Chicco", l'italiano più "british" che c'è. Lui salta, balla e ride con gli altri. Il 2018 è il suo anno. Adesso non sarà facile mantenere questi livelli.
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