Il bilancio dei giochi olimpici: 40 medaglie per gli italiani

 I Giochi migliori nella storia dell’Italia. 40 medaglie e complimenti da tutto il mondo. Un quadro fatto di tante soddisfazioni ma pure di qualche bocciatura.

PROMOSSI – Ovviamente non si può non partire da Marcel Jacobs, il protagonista delle Olimpiadi non solo a livello nazionale ma planetario. L’oro nei 100 metri è lunare il bis con la staffetta 4×100 ancora di più. Stesso discorso per Gianmarco Tamberi che mette alle spalle tutti i suoi problemi di infortunio e salta sul tetto del mondo. A Sapporo invece sono Massimo Stano e Antonella Palmisano a scrivere la storia della marcia. La prima medaglia d’oro in ordine di tempo era stata invece Vito Dell’Aquila nel teakwondo. Lui è il volto giovane e pulito dell’Italia che guarda già a Parigi. Discorso simile si può fare per le Cesarini e Rodini, prima storica medaglia d’oro a livello femminile nella specialità. Quello di Luigi Busa nel karate è invece il trionfo della perseveranza mentre Filippo Ganna e i ragazzi dell’inseguimento su pista sono la sublimazione della potenza unita alla tecnologia. Tattica e cuore sono infine la chiave del successo di Tita-Banti nel Nacra 17. Promosso a pieni voti anche il nuoto con uno storico Gregorio Paltrinieri, capace di vincere due medaglie nonostante fosse reduce dalla mononucleosi, le staffette maschili, Burdisso, Martinenghi e Quadarella. Chiude in gloria Federica Pellegrini con la quinta finale consecutiva nei 200 stile libero. Mai nessuna donna al mondo ci era riuscita.

BOCCIATI– In mezzo a tante soddisfazioni non possono mancare anche le delusioni. Si parte dagli sport di squadra. Tolta la pallacanestro, capace di proseguire il suo viaggio fino ai quarti di finale, deludono la pallanuoto e soprattutto il volley maschile e femminile. Dalle ragazze in particolare ci si aspettava una medaglia di peso. Male pure il tiro, fatta eccezione per l’arco. Da volo e segno ci si attendeva molto di più. Resta la scherma dove le me medaglie sono arrivate ma è mancato l’oro e soprattutto si è avuta chiara la sensazione di un gruppo lacerato al suo interno.

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