L'atleta dello sci nautico, oltre a essere un fisioterapista, dedica parte del suo tempo ai più bisognosi e ne parla sul suo sito web

Correre controvento non è facile, "ma le esperienze difficili della vita fanno crescere, migliorano noi e, con la forza dell'esempio, possono aiutare a crescere anche chi ci sta attorno". Parola di, campione di sci nautico, uno dei migliori se si pensa che a 32 anni ha vinto 22 mondiali, 25 europei e 35 titoli italiani, e per ora non ha alcuna intenzione di fermarsi. Il suo vento contro è la cecità che lo accompagna dalla nascita con quei pregiudizi che ogni disabilità si porta dietro.

Il vento contro è anche il titolo del suo primo libro, di recente pubblicato da De Agostini e affiancato dal sottotitolo Quando guardi oltre tutto è possibile. Allo sci nautico è arrivato a nove anni: "L'idea è nata perché non potevo giocare a calcio in oratorio – racconta intervistato da LaPresse -. Ho iniziato nuoto, poi sono passato al karate, fino all'età in cui ho cominciato a prenderle. Poi lo sci sulla neve mi ha fatto capire che lo 'scivolamento' era la mia strada. A sciare sull'acqua ho cominciato sul lago di Como, da Gallarate, dove vivo, era un'ora e trenta di auto".

Cassioli oltre a essere un fisioterapista e un atleta di successo, dedica parte del suo tempo agli altri e ne racconta sul sito web, dove descrive gli incontri nelle scuole e nelle aziende: luoghi nei quali racconta di sé e ascolta altri che da lui imparano a superare le mille barriere fisiche, e di altro genere, che intralciano la vita di ogni persona.

"Le domande dei ragazzi mi piacciono – spiega – spesso partono da cose legate alla disabilità, 'come sogna un cieco' o 'come fa a cucinarsi', ma sempre arrivano a paure che accomunano tutti noi, dal senso di inadeguatezza alla paura del bullismo, al dialogo e il sostegno da parte della famiglia. Su questi fronti si è davvero tutti simili: quando un ragazzo chiede della paura, è perché ne ha". Cassioli è membro del consiglio nazionale del Comitato italiano paralimpico e lavora con l'Istituto di Medicina e Scienza dello Sport a Roma, dove vengono trattati i migliori atleti italiani.

"Lo sport è valore, sempre – dice – ma forse per una persona con disabilità lo è ancora di più. Il senso del libro che ho voluto scrivere è che anche il 'vento contro' può trasformarsi in possibilità, e una cosa spiacevole diventare l'occasione della vita".

"Certo, serve cultura – conclude, mentre dall'altra parte del telefono viene chiamato dal personale della scuola di Cagliari nella quale sta per iniziare un nuovo incontro con i ragazzi – anche sul fronte paralimpico ogni giorno si aprono nuove strade, ma è importante continuare a tagliare i rami del pregiudizio, lavorando tutti nella stessa direzione".
 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata