Il ciclista morto mentre si allenava: oggi il drammatico incidente al pilota Hayden
Morire sul colpo alle 8 di mattino di un sabato qualunque sulla strade di casa, quelle conosciute a menadito, dopo essere stati investiti da un camioncino. Era lo scorso 22 aprile quando Michele Scarponi, mentre si preparava ad un Giro d'Italia da vivere da protagonista, terminava troppo presto la sua vita. Fatale la strada provinciale 362 nella sua Filottrano. Un 57enne del posto, che poi si scoprirà essere conoscente della famiglia Scarponi, manca una precedenza in una svolta senza accorgersi che il corridore sta arrivando in senso opposto all'appuntamento con il suo terribile destino. Un impatto definito dai Carabinieri di Osimo giunti sul posto "frontale e violentissimo".
Il guidatore del furgone Iveco, disperato per non aver visto arrivare Scarponi, si ferma immediatamente a prestare i primi soccorsi. Arriva anche l'eliambulanza ma non può fare altro che constatare il decesso dell'Aquila di Filottrano. Un vuoto incolmabile. Un dramma terribile quello del 37enne che ha lasciato moglie e due figli piccoli ai quali, giusto una settimana prima, aveva dedicato la vittoria nella prima tappa del Tour of Alps. Amato da tutti in gruppo per la sua grande simpatia e spontaneità in carriera il marchigiano era anche stato dichiarato vincitore postumo del Giro d'Italia del 2011 dopo la squalifica di Alberto Contador. Un trionfo che però non ha mai sentito suo.
Una sciagura che ha riportato in primo piano il rapporto spesso controverso fra automobilisti e corridori sulle strade. Una dinamica che ricorda da vicino quella di altre tragedie del ciclismo. Nel 2010 il 19enne Thomas Casarotto finì contro un'automobile durante il Giro del Friuli e morì qualche giorno dopo in ospedale. Nel 2016 il ciclista belga Antoine Demoitié, venne colpito da una moto durante la classica Gent-Wevelgem e morì nella notte. Ancora più sinistro quanto accadde nel 1992 quando il giapponese Sirassaka Noriakhi morì travolto da un camion durante un allenamento per i mondiali juniores di Atene. Sono solo alcuni nomi di una nefasta e troppo lunga lista.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata