Il grande campione spiega i motivi della scelta a LaPresse. Nella sua squadra anche Igor Cassina
Jury Chechi, campione olimpico agli anelli ad Atlanta 1996 e bronzo ad Atene 2004, ha lanciato da qualche settimana la sua candidatura alla presidenza della Federazione Ginnastica d'Italia, in vista delle elezioni che si terranno il 17 dicembre e che decreteranno il successore di Riccardo Agabio. Oggi a Roma ha presentato la sua squadra di lavoro, tra cui compaiono importanti nomi della ginnastica azzurra. Su tutti Igor Cassina (oro olimpico alla sbarra ad Atene 2004) e Fabrizia D'Ottavio (argento con la squadra di ritmica, sempre ai Giochi di Atene 2004). A un mese dalle elezioni federali, a cui è candidato anche il consigliere di grande esperienza Gherardo Tecchi, LaPresse ha intervistato l'oro di Atlanta.
A 12 anni dalla sua ultima gara e dopo una prima esperienza da vice presidente della Federazione, ormai diversi anni fa, come è maturata questa scelta?
È stata una decisione ben ponderata, ci ho pensato per più di un anno. Credo di avere le giuste competenze per guidare la Federazione, affiancato da un'ottima squadra. Dovevo solo capire se avevo anche le giuste motivazioni, perché ricoprire un ruolo come questo lo si fa solo con uno spirito di servizio, non ci può essere altro dietro. Capito che la motivazione c'era, ho detto: bene, andiamo! Ho avvertito Agabio e il presidente del Coni Giovanni Malagò e mi sono fatto avanti. La ginnastica è uno sport che mi ha dato molto e penso sia arrivato il momento di restituire qualcosa in cambio. Ammetto che non è semplice, perché mi trovo davanti a un mondo molto conservatore, dove a mio avviso serve, non dico una rivoluzione, ma un rinnovamento. E la vittoria è tutt'altro che scontata.
Quali sono i punti del suo programma?
Sono essenzialmente cinque. Prima di tutto lavorare sull'impiantistica, che in alcune zone d'Italia è molto scarsa; quindi sulla formazione pratica dei nostri tecnici in tutte le discipline. Poi la scuola, da cui la ginnastica e questa Federazione negli ultimi anni sono stati pressoché assenti. Quarto punto, l'attività internazionale, su cui ammetto che la Fgi ha lavorato bene. Infine, il vero punto innovatore: la ricerca di nuove risorse. Dobbiamo avere la forza di strutturarci in maniera più imprenditoriale, costituendo una nostra società di servizi che vada a gestire i nostri grandi eventi e a intercettare sponsor.
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