"Esisteva un piano B, portare avanti la candidatura di Roma 2024 a prescindere dal Comune, ma l'abbiamo scartata"

"E' tutto finito, non può più cambiare niente, siamo arrivati al fine corsa". Lo ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, intervenendo a Radio 24. "Sono stati spesi quasi 13 milioni di euro, ovviamente spese non recuperabili, per la candidatura. Che si è interrotta questa settimana", ha aggiunto Malagò. "Esisteva un piano B, ovvero portare avanti la candidatura di Roma 2024 a prescindere dal Comune, ma l'abbiamo scartata", l'ammissione del presidente del Coni. "Ho sperato fino all'ultimo. Se ho pianto? No, ma mi sono commosso", ha aggiunto.

 "Ormai il Cio è diventato diffidente nei confronti della politica italiana", ha aggiunto Malagò, confermando che "la rinuncia di Roma pregiudica altre nostre candidature" anche se i "rapporti con il presidente Bach non sono stati intaccati".

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Il numero uno del Coni è poi tornato sula diatriba con la sindaca di Roma Virginia Raggi, secondo cui i contribuenti stanno ancora pagando i debiti dei Giochi di Roma 1960. Secondo Malagò, si tratta di "una cosa assolutamente falsa". "L'unica persona che può certificare – ha aggiunto – è il commissario al debito, la parte straordinaria, Silvia Scozzese, che ha prodotto un documento per spiegare". Raggi, ha commentato, dice una cosa "non vera perché in quel miliardo di debito, ci sono tutti i debiti commerciali del comune sugli espropri e altre situazioni, affitti non pagati non c'entrano niente le Olimpiadi". 

Il presidente del Coni ha poi voluto sottolineare che il comune che ospita l'edizione dei Giochi "non deve pagare niente nel modo più assoluto, deve dare la sua disponibilità a supportare la candidatura". "Per essere credibili e forti – ha proseguito – bisognava avere tre cose: un governo che era d'accordo e che garantiva gli impegni finanziari e sosteneva la candidatura, un comune ovviamente disponibile a sostenerla e un comitato olimpico che se ne facesse carico che è l'interlocutore con il Cio".

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