I ragazzi di Campagna continuano a far sognare i tifosi italiani

Il Settebello si vendica della bestia nera Grecia e continua la sua corsa al podio di Rio. I ragazzi di Campagna continuano a far sognare i tifosi italiani: superato, anzi asfaltato, l'ostacolo ellenico, nazione che non gli azzurri non battevano da quattro anni nelle competizioni internazionali, ora sulla strada che li separa dalla finale per l'oro c'è la temibile Serbia, che negli ultimi anni è salita sul tetto del mondo e d'Europa. In Brasile andrà in scena il replay delle due semifinali di Londra: dall'altra parte, infatti, si sfideranno nuovamente Croazia e Montenegro. Quattro anni fa l'Italia si impose 9-7 e poi si arrese alla Croazia nella finalissima 6-8. Ogni Olimpiade però è una storia a sé: e quella italiana merita un lietissimo fine perché rispetto ai Giochi londinesi c'è una squadra giovane ed imbottita di debuttanti. L'ingresso del Setterosa tra le prime quattro di Rio nel torneo femminile è l'ulteriore conferma che il movimento pallanuotistico italiano è vivissimo e ha già assicurato il ricambio generazionale. Ma per programmare il futuro c'è tempo, ora il focus è sul presente.

Il successo, importantissimo, sulla Grecia (9-5) è cementato sulla difesa, sulla fluida circolazione di palla, sulla grande prestazione di Figlioli, autore di tre reti, sulla consueta sicurezza trasmessa da Tempesti. La chiave di una partita che lui definisce "perfetta" la offre Campagna, peraltro grande ex della nazionale ellenica da lui guidata dal 2003 al 2008. Il micidiale uno-due iniziale firmato Figlioli-Di Fulvio "è stato importante, abbiamo incanalato la partita per come l'avevamo preparata strategicamente e tatticamente", dice. "Ma siamo stati bravi perché già nel primo tempo hanno avuto 3-4 superiorità numeriche che potevano farli rientrare in partita. Li abbiamo messi in difficoltà bloccando i centri, con un grande lavoro dei nostri difensori, e bloccando la superiorità numerica". Gli azzurri hanno trasmesso in acqua grande serenità, caratteristica tipica di chi è conscio della propria forza. "A volte può sembrare, ma – assicura l''uomo mascherato' Matteo Aicardi, che con la rete a 2'13" dal termine blinda il successo e si regala una doppietta – c'era la pressione portata da una sfida contro la Grecia che ci portavamo dietro da anni, ci hanno sempre fatto soffire da prima di Kazan. Per noi è una rivincita grossa".

E' un Settebello che sembra rendere facili le cose difficili. "Ma farlo contro la Serbia non sarà altrettanto facile", avverte Campagna. I prossimi avversari hanno faticato parecchio qui a Rio, ma il ct saggiamente non si fida: "Non hanno giocato bene nelle prime cinque partite e talvolta non è un male assaporare la paura della sconfitta. Troveremo una squadra selvaggia, forte. Noi dobbiamo ancora tirare fuori il meglio da noi stessi. Più di quello che abbiamo fatto fino a qui, che è già tanto. Non ci dobbiamo accontentare, la squadra dovrà dare il 150 per cento". "Ho tanti amici nella Serbia e li conosco", gli fa eco Aicardi. "A volte faticano ma nel momento importante vengono fuori i campioni che sono. Ci daranno poche chance di errore, dovremo stare attenti. Sarà una gara molto delicata, hanno un contropiede fortissimo, e una difesa solida". Giusto atteggiamento, dunque, e una buona dose di scaramanzia visti i richiami al precedente del 2012. "Sì, ci sono un sacco di coincidenze. Io mi feci male al dito prima dell'Olimpiade, qui mi sono rotto il naso. Poi l'altro giorno mi sono dimenticato il pass, come a Londra…". Corsi e ricorsi che strizzano l'occhio, ma giovedì in acqua sarà battaglia vera.

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