Le Olimpiadi di Rio de Janeiro potrebbero essere ricordate come quelle con la più alta partecipazione femminile nella storia dei Giochi

 Le Olimpiadi di Rio de Janeiro potrebbero essere ricordate come quelle con la più alta partecipazione femminile nella storia dei Giochi. Il Cio spera di conquistare il primato che finora spetta a Londra 2012, dove il 44% degli atleti partecipanti era di sesso femminile.  "L'allora presidente dell'International Olympic Committee (Cio), Jaques Rogge – dice Maura Misti dell'Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr – ha descritto i Giochi di Londra come una spinta importante verso l'uguaglianza di genere, definendoli addirittura le Olimpiadi delle donne. Tra l'altro, è stato introdotto per la prima volta il pugilato femminile, unica disciplina che era ancora riservata agli uomini". Il cammino verso la parità di genere alle Olimpiadi inizia, però, da molto lontano ed è costellato di curiosità e anche qualche passo indietro.

Nell'antica Grecia le Olimpiadi erano riservate solo agli uomini. Le donne erano escluse dai Giochi e solo quelle non sposate potevano assistere agli eventi. Vietato l'ingresso, invece, a chi aveva un marito. La prima donna vincitrice di un titolo olimpico fu Kyniska, figlia  del re Archidamo di Sparta che nel 396 a.C., nel corso dei 96esimi Giochi, conquistò la medaglia d'oro nella corsa dei carri con quattro cavalli.

Nel 1896 si svolsero ad Atene le prime Olimpiadi dell'era moderna: ancora una volta le donne furono escluse dalle competizioni. Pierre de Coubertin, padre fondatore dei Giochi moderni, era contrario alla partecipazione femminile, che sarebbe stata "poco pratica, poco interessante e antiestetica".

 

La svolta arrivò nel 1900 a Parigi, quando per la prima volta comparvero 22 atlete tra i 997 partecipanti. Cinque le discipline in cui gareggiarono: tennis, vela, croquet, equitazione e golf. Qui la contessa Hélène de Pourtales conquistò il primo oro femminile ai Giochi; in realtà l'atleta faceva parte di una squadra mista di velisti. Qualche giorno dopo la tennista britannica Charlotte Cooper vinse da sola la medaglia d'oro. Nel 1991 il Cio, il Comitato olimpico internazionale, stabilì che tutti i nuovi sport che da lì in poi sarebbero stati inseriti nel programma avrebbero dovuto prevedere la partecipazione sia degli uomini sia delle donne.

I Giochi di Londra 2012 sono stati i primi della storia in cui le donne hanno gareggiato in ogni disciplina olimpica. Allo stesso tempo, però, è stata ancora preclusa la partecipazione degli uomini nel nuoto sincronizzato e nella ginnastica ritmica che anche a Rio restano esclusi da questi sport.

Spetta ancora a Londra un altro record: per la prima volta tutti i Paesi partecipanti hanno schierato almeno un'atleta donna, compresi Qatar, Brunei e Arabia Saudita su pressione del Cio. E proprio l'Arabia quest'anno ha raddoppiato le forze femminili in campo; certo, si tratta soltanto di due atlete, una schermitrice e una judoka, ma è pur sempre un passo in avanti. Qatar e Brunei, invece, si fermano a una sola atleta ciascuno.

Qualche discriminazione di genere, però, permane: nella lotta, le donne posso partecipare solo a quella libera e non a quella greco-romana; la boxe, invece, ha soltanto tre classi di peso per le atlete contro le 10 riservate agli uomini. A Rio de Janeiro il record di donne in campo spetta agli Stati Uniti che schiera 292 atlete. L'Italia sarà rappresentata da 144 donne, tra cui la portabandiera Federica Pellegrini. E se lo sport praticato è sulla strada giusta per la parità di genere, i ruoli decisionali del mondo olimpico sono ancora prerogativa maschile: tra i 126 membri e membri onorari del Cio solo 25 sono donne. Il record imbattuto di medaglie femminili è della ginnasta ucraina Larisa Latynina, che tra il 1956 e il 1964 vinse nove ori, cinque argenti e quattro bronzi con la maglia dell'Unione Sovietica.
 

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