Omosessuale dichiarato e da sempre impegnato nella lotta per i diritti Lgbti, il conduttore commenta il caso Sarri-Mancini

Omosessuale dichiarato e da sempre impegnato nella lotta per i diritti Lgbti Alessandro Cecchi Paone, noto conduttore tv e giornalista per molto tempo attivo soprattutto nella divulgazione scientifica e culturale, è anche presidente del San Vito Positano, società di calcio salvata dal fallimento nel settembre 2014 ed ora in Eccellenza campana dopo aver vinto il campionato di Promozione. Dopo aver lanciato la proposta di un'amichevole 'riparatrice' fra la sua formazione ed il Napoli di Maurizio Sarri, allenatore resosi protagonista di affermazioni omofobe contro il collega Roberto Mancini, Cecchi Paone commenta con LaPresse il rapporto fra mondo del calcio ed omofobia.

Che squalifica si aspetta per il mister del Napoli, Maurizio Sarri, dopo le frasi omofobe nei confronti di Roberto Mancini?

Sarri ha sbagliato ma non metto alla gogna la gente. Dovrebbe essere una sanzione dall'alto valore simbolico. Serve un gesto unico e socialmente utile. L'amichevole che io ho proposto lo sarebbe.

Più gravi le frasi di Sarri o le affermazioni di chi dice che sono cose di campo?

Senza dubbio le seconde perché chi le fa finge di non capire quanto il calcio, a torto o ragione, sia importante in Italia. E' l'unica attività che unifica il paese in tutte le sue componenti sociali. Oggi è più importante della politica e della religione. Quello che succede nel calcio non resta nel calcio. Affermare questo è irrealistico. Basta vedere i giornali esteri e lo spazio che hanno dato al battibecco Sarri-Mancini.

Il calcio italiano è pronto per l'eventuale 'outing' di qualche suo protagonista?

Io sono ottimista e spero che queste figuracce, come quelle che ha fatto anche il presidente Figc Carlo Tavecchio, siano solo un brutto colpo di coda del passato. La classe dirigente sportiva italiana dovrebbe fare dei corsi di educazione ad una sana visione dell'affettività e della sessualità. Agli eventuali calciatori omosessuali dico senza dubbio di dichiararsi. Giocherebbero sicuramente con la mente più sgombra e meglio.

Che rapporto ha con i giocatori della squadra che presiede?

Sono tutti ragazzi fra i 16 ed i 30 anni. Nessuno di loro ha mai avuto atteggiamenti omofobi. Credo sia un fatto generazionale. Sono convinto che fra una ventina di anni si riderà sul dibattito attuale in corso sulle Unioni Civili. Verranno date per scontate. Il problema oggi è una classe dirigente vecchia ed educata malamente.
 

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