dall’inviato Alberto Zanello
Dubai (Emirati Arabi Uniti), 28 dic. (LaPresse) – Ieri sera ha ricevuto a Dubai il premio alla carriera in occasione del ‘Globe Soccer Awards‘, ma Andrea Pirlo ha ancora intenzione di scrivere da attore protagonista altre nuove pagine nella storia del calcio. In nazionale e con la maglia del New York City. “E’ vero che ci sono meno pressioni, ma è un campionato impegnativo e in grande crescita”, ha spiegato il regista bresciano parlando della Major League in occasione del workshop che ha chiuso la decima edizione del ‘Dubai International Sports Conference’. “Vogliamo offrire un contributo importante anche in America, le sfide personali sono sempre quelle più importanti e che danno grandi soddisfazioni”.
L’obiettivo di Pirlo resta quello di far bene negli States per convincere Conte a portarlo ad Euro 2016. “Dipenderà tutto da me, da quello che farò vedere sul campo”, ha sottolineato. “Io so che devo cercare di far bene, poi sarà lui a valutare se potrò essere importante. Sono ancora molto motivato e cercherò fino all’ultimo di mettere in difficoltà l’allenatore”. Anche perché dopo tre anni passati insieme alla Juventus, Conte e Pirlo si conoscono benissimo. “Abbiamo un bel rapporto, abbiamo condiviso tantissimi successi insieme”, ha spiegato il centrocampista del New York City. “Adesso è il ct della nazionale però tra noi non è cambiato niente, lui sa che gioco ancora e mi può vedere quotidianamente nel campionato americano. Il rispetto e quello che abbiamo condiviso rimarrà per sempre”.
Nonostante le 37 candeline che verranno spente nell’anno venturo, l’idea del ritiro non rientra tra i pensieri di Andrea Pirlo. “Non è ancora il momento di smettere, ho ancora tanta voglia di giocare”, ha assicurato. “L’addio alla Juve? Si arriva a una certa età in cui bisogna fare delle valutazioni. Era arrivato il momento giusto per cambiare e fare una nuova esperienza dopo quattro fantastici anni. Voglio concludere il mio contratto negli Usa”. L’ipotesi di un momentaneo ritorno in Italia va quindi scartata, anche perché il regista bresciano dopo l’Italia e l’Europa è intenzionato a conquistare anche l’America. “Le voci di mercato non mi disturbano, ci sono abituato. Tante squadre mi hanno cercato. Ma ho un contratto con il New York City e voglio rispettarlo. Mi hanno dato grande fiducia, l’anno prossimo da gennaio vogliamo iniziare tutti insieme il nuovo campionato (Pirlo è arrivato a stagione in corso, ndr) con il nuovo allenatore facendo le cose per bene per raggiungere traguardi importanti”.
Se la carriera di Pirlo non è legata in particolare a un club, tanto da indurre l’ex Juve, Milan e Inter a spiegare che “la mia squadra del cuore è l’Italia”, lo stesso non si può dire per Frank Lampard, anch’egli presente sul palco accanto al centrocampista italiano in rappresentanza del New York City. Il giocatore inglese infatti è stato ‘bersagliato’ da diverse domande sul Chelsea e sulla sua difficile situazione. “Il tempo darà una risposta, non posso pronunciarmi al momento. Penso che avrebbero potuto aspettare un po’ di più, ma cambiando adesso potranno investire nel prossimo allenatore. Sono ottimista”, ha sottolineato Lampard in merito all’esonero di Mourinho. “Non posso dire se Abramovich abbia fatto bene o no, il Chelsea si trova in una situazione problematica ma rimane uno dei più grandi club del mondo. Ora sono un tifoso, guardo dall’esterno, ma dovevano essere prese delle decisioni. Mi auguro che recuperino in classifica e che il futuro possa essere positivo per il Chelsea”.
Il presente di Lampard, che proprio come Pirlo ha ricevuto il riconoscimento del ‘Player Career Award’, si chiama New York, ma il futuro potrebbe nuovamente colorarsi di ‘Blues’. “Penso di aver concluso la mia esperienza da giocatore in quel club, magari in futuro potrei essere coinvolto in un altro ruolo ma è ancora troppo presto per dirlo”, ha ammesso il centrocampista 37enne. “Lì ho passato i 13 anni più belli della mia vita, ma sono anche decisioni che dipendono dai vertici dirigenziali”.
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