Di Attilio Celeghini

Parigi (Francia), 26 lug. (LaPresse) – Più forte degli avversari e dei sospetti. Chris Froome arriva sugli Champs Elysees in maglia gialla e completa e bissa il successo nel Tour del 2013, primo britannico a riuscire nell’impresa. Pronostico rispettato per l’uomo di punta del Team Sky, capace di mettere in fila tutti gli avversari già nella prima settimana e approfittare degli errori e della sfortuna dei diretti inseguitori. Per il corridore nativo di Nairobi sono in tutto 16 i giorni con addosso la maglia di leader, già assaporata al termine della terza frazione dopo aver domato con ‘Purito’ Rodriguez lo storico muro di Huy.

La ‘cartolina’ simbolo del suo Tour, che non conta successi di tappa, resterà quella della Tarbes-La Pierre Saint-Martin con il primo arrivo in salita sui Pirenei. Una prestazione impressionante ed un avvertimento a tutti i rivali: al traguardo, Froome infligge un minuto a Nairo Quintana, sulla carta il miglior scalatore della Grande Boucle 2015, tre ad Alberto Contador e quattro a Vincenzo Nibali. Troppo, agli occhi di addetti ai lavori e tifosi: il sospetto, sempre ‘facile’ in uno sport come il ciclismo costretto spesso in passato a fare i conti con gli scandali, inizia a serpeggiare e sbattuto in faccia al corridore, che in più di un’occasione viene bersagliato dagli insulti dei tifosi lungo le strade francesi. A tratti è un’autentica via crucis, per un corridore che ha fatto della riservatezza il suo stile di vita.

Il trionfo al Tour, in ogni caso, non è mai sembrato davvero in discussione nonostante il capitano della Sky abbia accusato un po’ di stanchezza negli ultimi giorni. Forse il trono di Parigi avrebbe potuto cambiare padrone ieri, con l’attacco di Quintana, coadiuvato dallo spagnolo Valverde, sull’Alpe d’Huez: ma a ‘contenere’ la fatica di Froome, ci hanno pensato i suoi fidatissimi Porte-Poels che hanno lavorato sodo per lui e limitato i danni. Del resto la grandezza di un campione si vede soprattutto nella gestione dei momenti più difficili.

I rimpianti sono tutti per Quintana, che probabilmente ha capito troppo tardi che Froome sulle Alpi era attaccabile e non era solo il ‘mostro’ ammirato sui Pirenei. Il colombiano ha anche pagato lo scarso supporto della squadra nei momenti cruciali. Può sorridere il suo compagno della Movistar, Valverde, capace di difendere il terzo posto da Vincenzo Nibali e portare a casa il suo primo podio importante.

Lo ‘Squalo’ non riesce nell’impresa di difendere il titolo e deve accontentarsi della quarta piazza. Un risultato che certamente lascia l’amaro in bocca ed è frutto soprattutto delle difficoltà riscontrate nella prima settimana, dove la condizione fisica non si è rivelata all’altezza. Anche la fortuna, va detto, non ha sorriso al siciliano cui non si può negare di aver combattuto soprattutto sul pavé. Ad impreziosire il suo bilancio, comunque, c’è la bellissima impresa sulle Alpi con l’arrivo in solitaria a La Toussuire che ha riaperto i giochi per il terzo posto. E’ qui che si è visto il vero ‘Squalo’, entrato nella giusta forma probabilmente quando i giochi erano già fatti.

Non può essere soddisfatto nemmeno Alberto Contador, altro grande favorito della vigilia. Il vincitore del Giro, arrivato in Francia con l’obiettivo di centrare una storica doppietta, ha lasciato la sua impronta da ‘Pistolero’ solo in attimi fuggenti ed è il vero sconfitto del Tour 2015. La fatica della corsa rosa si è fatta inevitabilmente sentire.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata