Roma, 15 nov. (LaPresse) – “La Roma è in corsa per tutto. Siamo secondi in campionato, abbiamo cancellato in parte la gara con la Juve che rimane dall’inizio della stagione la grande favorita”. Rudi Garcia traccia un bilancio di questa parte della stagione giallorossa professando grande ottimismo. “Siamo sulla strada giusta, può essere la ciliegina sulla torta il fatto che dopo quattro giornate del girone possiamo ancora qualificarci in Champions”, spiega il tecnico francese ospite di Roma Tv. La Roma è ancora seconda nel girone di Champions, “sapendo che nelle prime quattro giornate avremmo affrontato per due volte, il Bayern e una volta il City non me lo sarei aspettato”, confessa Garcia.
“Cosa ha funzionato bene e che cosa meno? Il gioco è sempre lo stesso, ci appoggiamo sull’entità del nostro gioco”, analizza l’allenatore dei capitolini che confessa “solo un rimpianto: non essere entrati bene nella gara di Napoli. Nel secondo tempo abbiamo fatto la nostra partita e avremmo potuto pareggiare. A parte il primo tempo con il Napoli – continua – non ho nessun rimpianto. Nemmeno contro il Bayern Monaco in casa. Abbiamo rischiato anche di pareggiare con Gervinho. C’è stato calo mentale, in questo dobbiamo crescere sul piano mentale, è possibile fare qualcosa in Champions ma è già un exploit superare il girone, un obiettivo molto alto. Uscendo dalla quarta urna sapevamo avremmo avuto un girone di ferro”. “L’ambizione? È una qualità. In Francia veniva visto come un difetto ma io gioco per vincere, non cambierò mai questo atteggiamento”, prosegue il francese che rievoca l’incontro con il ds giallorosso che inizialmente gli disse che non sarebbe stato l’allenatore della Roma: “Walter è veramente una persona speciale, è uno psicologo, intelligente e intuitivo e in questo mi riconosco”, continua. “Quando mi ha detto questa cosa ho sentito che la porta era aperta. Mi piacciono le sfide e questa era una bella sfida”.
Da Garcia parole di elogio anche per Pallotta: “Il presidente si prende cura dell’altro, è una persona normale, abbordabile anche se è il presidente. Mi è piaciuto andare a New York e vedere anche la sua squadra, l’ho trovata molto aperta. Si vedeva che erano tutti amici con la passione di rendere la Roma al livello più alto possibile”. “Se un giorno mi piacerebbe ct della Francia? E’ un altro mestiere, anche se non lo conosco ho avuto la possibilità di sentire i ct, come Deschamps”, sottolinea Garcia. “Non stai con la squadra ogni giorno, vai a vedere le partite ogni settimana, hai la la rosa per poco tempo. Per il momento non è nella mia mente, forse un giorno, quando avrò bisogno di riprendere fiato, perché questo mestiere ti mangia all’interno. Un anno senza allenare e fare il ct – aggiunge – può essere una buona cosa sul piano energetico per vivere con meno pressione”.
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