Roma, 30 lug. (LaPresse) – Arrigo Sacchi non rinnoverà il contratto in scadenza domani come coordinatore delle Nazionali giovanili della Figc. Lo ha reso noto l’ex commissario tecnico dell’Italia nel corso di una conferenza nella sede della Federcalcio a Roma. “Con dispiacere lascio un’ambiente dove sono stato bene ma devo combattere un avversario terribile che sono riuscito a governare per 22-23 anni, e mi è servito anche come plusvalore, ma alla fine sta vincendo lui: lo stress”, ha spiegato. “Il suo aiuto è stato fondamentale per il nostro settore giovanile – gli ha fatto eco il direttore generale della Figc, Antonello Valentini – un anno fa mi dissse che voleva lasciare il suo mandato al termine del suo contratto e purtroppo, nonostante le nostre insistenze, Arrigo ha deciso così”. Valentini ha specificato che “non sono dimissioni ma un contratto in scadenza che non viene rinnovato”.
Sacchi, per il suo addio, ha dato anche motivazioni di carattere personale: “Due anni e mezzo fa mi è nata una nipotina – spiega – io non sono stato un bravo padre perché ho trascurato mia figlia, e non voglio fare lo stesso con lei. Inoltre non sono piu’ un giovanotto, il mio recupero e’ piu’ lento”. Riguardo al lavoro eseguito Sacchi ha spiegato che: “In questi 4 anni abbiamo lavorato molto cercando di dare a questi ragazzi mentalità e dimensione internazionale. Per fare questo abbiamo chiesto all’apparato di fare degli sforzi maggiori aumentando del 30-35% le partite – aggiunge – ringrazio molto la Figc per gli sforzi fatti in un Paese che non crede nei giovani”.
“Pensare che l’Italia potesse vincere il Mondiale era solo una questione di amore. Sarebbe stato un miracolo”, dice Sacchi in una coferenza stampa in Figc dove ha annunciato di voler lasciare il ruolo coordinatore delle Nazionali giovanili della Figc. “Degli errori sono stati commessi però – aggiunge – bastava vedere quello che hanno fatto le nostre squadre di club rinforzate dagli stranieri nelle coppe europee”. “Io – dice ancora Sacchi – alcuni anni fa sono andato in Costa Rica a fare un seminario di 6 giorni: oggi, forse, sarebbe giusto chiamare un loro emissario a fare lezioni da noi”.
“E’ il caso di rivedere qualcosa – aggiunge Sacchi – un po’ di autocritica per tutti non puo’ che fare bene. Possiamo crescere solo se smettiamo di piangere. L’Italia ha esportato cultura per 1500 anni, ma dobbiamo dimenticare furbizia, arrivismo, scorciatoie, altrimenti siamo out. Io spero che il nostro Paese riesca a risorgere”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata