Roma, 30 lug (LaPresse) – “Cambio di governance (dilettanti e professionisti) e valorizzazione calcio giocato al centro del programma”. Sono le parole di Demetrio Albertini in una chat via twitter con gli ascoltatori di ‘Tutti Convocati’, trasmissione di Radio 24. Il candidato alla presidenza della Figc snocciola poi le sue idee per cambiare il mondo del pallone. “I giocatori italiani raggiungono le 100 partite a 27 anni, all’estero a 24”, rileva Albertini. “La priorità – dice – è il calcio nelle scuole, fare cultura sportiva: i bilanci si fanno formando giocatori buoni e vendendoli, nel nostro campionato”. Per l’ex centrocampista il modello da seguire è quello tedesco: “loro pur non avendo vincoli valorizzano il mercato interno per la crescita dei giocatori”. Albertini parla poi anche di squadre B: “Sono un’opportunità, ce lo dimostra chi le ha sapute valorizzare”, argomenta. Sul capitolo biglietti infine spiega che: “La facilitazione all’acquisto deve essere un nostro obiettivo. All’estero è tutto più facile”.
“Io credo in quello che sto facendo, al momento non mi sembra che ci siano le condizioni per il commissariamento, ha aggiunto Albertini in merito a un eventuale commissariamento della Figc. “Una sola persona non può cambiare il calcio italiano. Il movimento di questi giorni lo dimostra: insieme possiamo farcela”, aggiunge l’ex centrocampista. Ed a chi gli chiede come ha inteso “la mancanza di appoggio da parte del suo ex club?” (il MIlan, ndr), Albertini risponde: “Mancanza di appoggio? Solo per ora, prossimamente si vedrà. Sono ottimista di natura”. Albertini parla anche del suo rivale Carlo Tavecchio: “Qualcuno lo vota per la persona, qualcuno per la carica. Mi sembra che lo appoggiassero senza neanche sapere il programma”, dice. Ed a chi gli chiede chi frena le riforme nel calcio il candidato alla presidenza federale risponde che si tratta di “una governance fatta di tante rendite di posizione da difendere”. C’è chi paragona il ‘caso Tavecchio’ con quello del proprietario dei Los Angeles Clippers della Nba, Donald Sterling, costretto a vendere la franchigia a causa di alcune espressioni razziste: “La tolleranza zero che è regola nell’Nba è stata applicata – dice a riguardo Albertini – Se vogliamo chiedere ai nostri tifosi, dobbiamo anche dare l’esempio”. Sulla riforma dei campionati, invece, il candidato di Assocalciatori ed Assoallenatori non propone dei numeri certi ma si limita ad un’indicazione: “non è una questione di numeri, ma di obiettivi: anche perché bisogna tener conto degli obiettivi delle categorie inferiori”. Infine un’esortazione. “Ho detto che vorrei essere il regista di una squadra – conclude – ho imparato tanto in otto anni e costruito rapporti internazionali”.
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