Roma, 28 lug. (LaPresse) – “Francamente non ho alcun motivo di sentirmi offeso dalle parole di Tavecchio, che ritengo usate a chissà quali fini, poiché durante la mia esperienza calcistica se devo qualcosa a qualcuno è proprio a Carlo Tavecchio”. Una voce fuori dal coro, quella di Joseph Minala. Il giovane attaccante della Lazio difende Carlo Tavecchio dalle accuse di razzismo. “Io so cosa significa venire dall’Africa con la speranza di diventare un grande calciatore. So cosa significa essere abbandonato a una stazione da un procuratore senza scrupoli con tante false promesse. Quando per mia fortuna mi trasferirono poi alla Città dei Ragazzi – scrive Minala in in una nota riportata dal sito lalaziosiamonoi.it – fu proprio Tavecchio ad inserirmi nel circuito calcistico dandomi modo di testare le mie capacità con i dilettanti. In poco tempo, appena 8 mesi, sono approdato in Primavera e poi in serie A, realizzando il mio più grande sogno”.
“Ora sono in prima squadra, ma comunque anche su di me, come in queste ore su Tavecchio, ho visto abbattersi il circolo mediatico su una questione tanto ridicola quanto imbarazzante, la mia età”, aggiunge Minale. “Quello sì che è stato un atto discriminatorio nei miei confronti, diffuso e rilanciato da gran parte dei media nazionali e da numerosi pseudo-opinionisti senza alcun pudore, gli stessi che oggi si scandalizzano per una frase palesemente, e a questo punto volutamente, male interpretata”, prosegue. “Guardando al mio caso, e al sostegno ricevuto proprio da Tavecchio, al quale ribadisco la mia più profonda gratitudine, mi sembrano dunque inopportune e pretestuose le polemiche sollevate in queste ore”, conclude.
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