Dal nostro inviato Antonio Martelli

Recife (Brasile), 20 giu. (LaPresse) – Dall’inferno di Manaus alla sauna di Recife. Il fattore climatico questa volta ha giocato un brutto scherzo all’Italia, sconfitta contro Costa Rica in una partita che si è disputata all’ora di pranzo. Se la temperatura, 29 gradi al fischio di inizio, non era altissima un fattore determinante ha giocato l’umidità circa al 70%. Tutti temevano questa partita non solo per la qualità di Costa Rica, ma appunto per l’avversario in più rappresentato dalla calura a cui certamente i giocatori centroamericani erano più abituati. Nei giorni scorsi il ct Prandelli era tornato a chiedere i time-out, ma aveva anche annunciato che non ci sarebbero stati alibi. Così nel dopo partita, il commissario tecnico parla solo di “recuperare le energie” perché si “gioca già tra tre giorni”. La pensano in modo differente i suoi giocatori, a partire da Thiago Motta il più convinto nel ricordare: “Contro l’Inghilterra eravamo noi a tenere palla e loro a rincorrerci. Oggi con questo clima è stato tutto diverso. Loro erano più abituati e per me oggi il segreto è stato quello. Poi mi posso sbagliare, ma vi chiedo quale squadra europea fin qui ha fatto bene contro una sudamericana”. Ancora Motta ha ribadito: “Se avessimo giocato con un clima diverso, forse poteva davvero cambiare tutto. Ieri ad esempio Inghilterra ed Uruguay hanno giocato a San Paolo con 14 gradi, ed è una situazione diversa”.

Sulla stessa lunghezza d’onda è Claudio Marchisio che ha dichiarato: “Sono cambiate tante cose (rispetto alla prima partita, ndr), l’orario in cui si è giocato e un avversario certamente più abituato rispetto all’Inghilterra a questo clima e a queste condizioni”. Anche per Antonio Cassano, il fattore ambientale è stato e sarà ancora decisivo. “È stata una partita particolare, ma la cosa fondamentale in questo momento è recuperare le energie”, ha spiegato il fantasista azzurro. “Se è stata una questione più fisica o mentale? Fisica no, perché anche per loro faceva caldo”, ha aggiunto. Ha ammesso di aver sofferto, ma non si aggrappa a scuse Lorenzo Insigne. “Il caldo si sentiva, ma quando pensi a giocare durante la partita ti abitui”, ha concluso l’attaccante napoletano. E ora si va a Natal, dove gli azzurri troveranno condizioni molto simili a Recife ma con un più elevato rischio di pioggia. La città è infatti una delle più piovose del paese e più che il caldo il vero avversario sarà l’umidità come ha fatto capire anche il medico azzurro Castellacci lasciando la Arena Pernambuco.

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