Roma, 29 mag. (LaPresse) – Il Parma non potrà prendere parte alla prossima Europa League. L’ultima parola sul destino degli emiliani è arrivata dall’Alta Corte del Coni che ha respinto il ricorso presentato dal club dopo la mancata concessione della licenza Uefa da parte della commissione di primo e secondo grado della Figc a causa del ritardato pagamento Irpef di circa 300mila euro per alcuni tesserati. Il Parma può ora ancora appellarsi al Tas di Losanna (il Tribunale arbitrale dello Sport, ndr) ma i precedenti non sorridono ai gialloblù. A rappresentare l’Italia in Europa League insieme a Fiorentina ed Inter ci sarà quindi il Torino. La società granata, già in possesso di licenza Uefa, infatti è giunta settima nel campionato appena concluso con un punto di distacco dagli emiliani e dopo la loro esclusione dalle manifestazioni europee ne prende automaticamente il posto nella lista che la Figc dovrà comunicare alla Uefa domani.
Per la società del presidente Ghirardi è stata una giornata di passione. Tutto è iniziato mercoledì sera quando il numero uno della società ha assistito e preso anche la parola con un accorato intervento all’udienza dell’Alta Corte presieduta dall’ex ministro degli Esteri, Franco Frattini. In un primo momento sembrava che il dispositivo dovesse uscire in serata poi tutto è slittato alla giornata di oggi con l’attesa che si è protratta fino alle 17.30. Le tesi della società emiliana sul ritardo dei pagamenti da effettuare entro il 31 marzo non è stata accettata dall’Alta Corte. Il collegio giudicante pur sottolineando la “forte (e non risolvibile dall’Alta Corte, ndr) incongruità ed ingiustizia delle conseguenze applicative del paragrafo 14.7”, secondo cui il Parma non avrebbe avuto modo di accorgersi dei mancati pagamenti se non dopo il diniego della licenza da parte della prima commissione della Figc il 9 maggio, allo stesso tempo ha sottolineato come: “tale effetto di concreta ed ingiustificata disparità di trattamento deriva da una disposizione del Manuale Uefa, normativa sovranazionale applicabile come ‘legge di gara’ in tale esclusivo ambito, e che rispetto a tale disposizione non è dato all’Alta Corte il potere di annullamento o di modifica, ed è pure precluso il sindacato di costituzionalità – ammesso che l’Alta Corte abbia il potere di sollevare la questione – non rientrando il Manuale tra le disposizioni per cui è ipotizzabile nell’ordinamento italiano tale sindacato”.
“Sto leggendo la sentenza, per me il calcio finisce oggi. Vadano avanti da soli”, sono state sle prime durissime parole di sfogo del presidente emiliano, Tommaso Ghirardi, ai microfoni di Sport Mediaset. Il numero uno del Parma, che ha convocato una conferenza stampa per domani pomeriggio al centro sportivo di Collecchio ha poi proseguito sul sito internet della società: “Sono molto amareggiato da questo sistema sportivo e ancora di più da questa sentenza. Stavolta l’hanno combinata grossa. Forse sono riusciti a farmi abbandonare il mondo del calcio”. Di tutt’altro umore invece il popolo granata con la gioia dei tifosi che corre sul web al grido di ‘Torneremo ad Amsterdam’, dove i granata disputarono e persero la finale dell’allora Coppa Uefa contro l’Ajax nel 1992. Dopo l’amarezza per il rigore sbagliato all’ultimo secondo da Cerci nel corso del match contro la Fiorentina la società piemontese, salvo ulteriori ma improbabili colpi di scena, tornerà a calcare il palcoscenico europeo.
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