Dal nostro inviato Attilio Celeghini. Rifugio Panarotta, 29 mag. (LaPresse) – Scattano i tre giorni del Condor. Dopo la ‘parentesi’ di Vittorio Veneto e la vittoria di Stefano Pirazzi, al Giro d’Italia è il momento delle salite decisive. E il sottotitolo è semplice quanto suggestivo: Nairo Quintana contro tutti. Alla maglia rosa, sempre nel mirino delle polemiche per l’azione di martedì lungo la discesa dello Stelvio, serve un’impresa, possibilmente d’altri tempi, per allontanare i dubbi e blindare la leadership. Ma oltre alla difficoltà del percorso, il ‘Condor delle Ande’ dovrà anche guardarsi dalle possibili alleanze di tutti quei team che ancora sfoggiano il dente avvelenato. La durissima battaglia verso l’epilogo inizia oggi, con la 18/a tappa: la Belluno-Rifugio Panarotta, 171 km complessivi di cui quasi 40 in salita. Momenti decisivi della giornata, il Passo San Pellegrino (1918 metri, 18,45 km, pendenza media 8%), il Passo del Redebus (1457 m, 4,6 km, pendenza media 9,5%) e la salita finale verso il Rifugio Panarotta, in Valsugana (1760 m, 16 km, pendenza media del 9%).
Si prosegue domani con la cronoscalata di 26,8 km da Bassano del Grappa a Cima Grappa, quindi il momento più atteso di questa edizione, i 167 km da Maniago al temibile Monte Zoncolan, ultimo ostacolo per chi ambisce alla maglia rosa prima della ‘passerella’ finale di domenica fino a Trieste. Se Quintana, polemiche a parte, ha dimostrato fino ad ora di essere il miglior scalatore, tutto resta ancora apertissimo per il trionfo finale. Il colombiano conserva un vantaggio di 1’41” su connazionale Rigoberto Uran, più che mai intenzionato a riprendersi il comando. Ma gli altri big di classifica, l’australiano Evans, il francese Rolland (a 3’21”), il polacco Majka (a 3’26”), gli italiani Aru (a 3’34”) e Pozzovivo (a 3’49”), l’olandese Kelderman (a 4’06”) e il canadese Hesjedal (a 4’06”) non intendono certo stare a guardare, inermi, al volo del Condor.
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