Roma, 4 mag. (LaPresse) – “Speriamo che l’amore per il Napoli non gli costi la vita”. Lo hanno detto Vincenzo e Giuseppe Esposito ai microfoni di SkySport24 a proposito delle condizioni del nipote Ciro, il tifoso del Napoli ferito da un colpo di arma da fuoco a Roma mentre si recava allo stadio Olimpico per la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina. “Ciro è in coma, ha subito 3 arresti cardiaci e ha una pallottola nella quinta vertebra. Siamo fiduciosi che possa uscire dal coma e in quel caso sarà operato”, spiega uno dei due zii.

“Non si sa la sitazione come sarà per quanto riguarda la mobilità. Ciro – prosegue – è un ragazzo di 30 anni che lavora per un autolavaggio di famiglia a Scampia. In un posto di frontiera. Lava macchine dalla mattina alla sera, l’ unica colpa che è ha è che gli piace il Napoli”.

Gli zii di Esposito precisano che “Ciro non fa parte del tifo organizzato, non è abbonato ma segue il Napoli dovunque”. Poi ricostruiscono quanto accaduto ieri pomeriggio: “Insieme ad un altro nostro nipote avevano parcheggiato l’auto nei pressi di Saxa Rubra, quando sono stati colpiti dal lancio di pietre e di una bomba carta. Quindi è uscita questa persona che insieme ad altre hanno iniziato a sparare ad altezza d’uomo colpendo Ciro ad un polmone. E’ stata subito allertata l’ambulanza che è arrivata però dopo un’ora e mezza e il ragazzo è arrivato clinicamente morto all’ospedale”.

“E’ stato un vero e proprio agguato degli ultrà della Roma – dichiara l’altro zio del ragazzo ferito – che hanno aggredito i tifosi del Napoli. Ci aspettiamo dallo stato un po’ di chiarezza”. Ora si attendono notizie sulle condizioni di Ciro: “I medici dicono che la situazione è stazionaria, ci auguriamo che migliori. Se esce dal coma e possono operare festeggeremo, vuol dire che la fase critica è passata”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata