Roma, 14 apr. (LaPresse) – “Non c’è nessuna clausola sul contratto di Prandelli a seconda del risultato del Mondiale, noi abbiamo fatto una valutazione serena sulla base dei risultati ottenuti in questi anni”. Il presidente della Figc Giancarlo Abete ai microfoni Rai di Radio Anch’Io Sport ha confermato che il futuro del ct della nazionale non è legato al piazzamento nella Coppa del Mondo in Brasile. “Il calcio è fatto di programmazione, se si ha fiducia bisogna dimostrarla, è una scelta in prospettiva soprattutto in un momento così difficile per il calcio italiano – ha ammesso il numero uno della Federcalcio – Prandelli ha partecipato a due competizioni importanti, arrivando una volta secondo e una volta terzo, si è qualificato a Europei e Mondiali con grande anticipo stabilendo un record”. Anche perché, come sottolinea Abete, “sappiamo quali sono le grandezze e la criticità della nazionale, sono poche le partite e si rischia di più – ha evidenziato – il ct ha solo due o tre opportunità per ottenere un successo in un quadriennio”.

La scelta di confermare Prandelli prima dell’inizio del Mondiale vuole anche essere un monito per tutto il movimento. “I risultati sono frutto di un lavoro di programmazione, non si può pensare di ottenere un risultato con il cambio di un nome, è un messaggio che noi cerchiamo di trasferire sperando che possa essere raccolto anche da gran parte del nostro calcio, che vive spesso di quotidianeità e non ha la dimensione della programmazione – ha sottolineato il presidente della Figc – L’attività giovanile? Prandelli si è molto interessato, ma noi siamo coperti in quel ruolo da un tecnico di grandissima qualità come Arrigo Sacchi, tra loro due il rapporto è ottimo e sarà lui a dirci se vuole continuare nel suo progetto”.

Abete ha anche parlato dell’eventuale convocazione di Antonio Cassano. “E’ un grande giocatore, sarà importante valutare la sua condizione attuale e quella potenziale in relazione a giugno 2014. Come calciatore non è in discussione”, ha evidenziato il numero uno della Federcalcio. “Il lavoro di Prandelli si è un po’ complicato in questi ultimi periodi, sono emersi giocatori che hanno visto crescere il livello qualitativo delle prestazioni, quindi la scelta è diventata obiettivamente più difficile – ha ammesso Abete – Ben venga questo, vuol dire che ci sono calciatori che si stanno proponendo in maniera positiva, questa crescita di risultati e prestazioni mi sembrano un fatto molto importante, ad esempio ieri abbiamo visto due bellissimi gol di Immobile e Cerci. E’ una situazione complessa soprattutto a centrocampo e attacco in cui ci sono una pluralità di scelte, che lasceranno le persone più o meno convinte a livello di opinione pubblica”.

In chiusura, una battuta sul caso Mattia Destro. “La norma esiste dal 2005 per quanto riguarda gli atti di violenza, che ci sia l’utilizzo dello strumento tecnologico è un fatto acquisito. Il mondo del calcio ha deciso di ricorrere alla tecnologia nel caso in cui un soggetto operi violentemente sul campo di gioco senza essere punito”, ha precisato in merito al confine tra prova televisiva e moviola preventiva, dibattito tornato in auge dopo il pugno rifilato dall’attaccante in Cagliari-Roma. “Se l’arbitro evidenzia di non aver visto l’atto di violenza si ricorre al giudice sportivo – ha aggiunto – E’ una situazione nota da anni, poi ognuno la chiama come ritiene più opportuno”.

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