Milano, 28 mar. (LaPresse) – “32 partite senza rigori? E’ una cosa comica. Ormai se ne parla sorridendo, perché sai che succede tutte le domeniche, tanto poi il rigore non te lo danno”. Così il presidente onorario dell’Inter Massimo Moratti, entrando agli uffici della Saras, ha commentato l’episodio del rigore non concesso ai nerazzurri nella gara di ieri con l’Udinese per un fallo di mano di Heurtaux nel finale. “Accanimento? Ma no, perchè accanimento…l’anno scorso è successo lo stesso, dalla partita con la Juve fino alla fine del campionato, poi anche nel passato…Capita a tutte le squadre, qui però capita con una statistica assurda – ha aggiunto Moratti – Credo che gli arbitri abbiano paura a dare il primo rigore dopo tanto tempo, questo può essere una cosa che li frena abbastanza, perchè il rigore deve essere lampante, altrimenti diventa un problema”.
L’ex presidente dell’Inter si è poi soffermato sulla prestazion offerta ieri contro i friulani da parte della squadra di Mazzarri. “Molta sfortuna, la squadra ha giocato bene nel secondo tempo, nel primo eravamo un po’ stanchi, ma avremmo certamente meritato di vincere – ha ammesso – Mi sembra che i giocatori entrino in campo con la voglia di far bene, Mazzarri li carica sufficientemente, poi ci sono partite in cui proprio non riesci a ingranare. Guidolin non è male, ieri ha schierato la squadra in modo tale che frenasse molto il nostro gioco. Non credo che sia una questione di volontà o di pigrizia, la squadra vuol far bene, se fai un gol poi tutto funziona molto meglio, questo lo sappiamo. Mazzarri penso sia bravo”. A chi gli fa i nomi di Fernando Torres ed Edin Dzeko come possibili acquisti per l’estate, Moratti ha evidenziato che “stuzzicano me, come stuzzicano voi, come stuzzicano un tifoso della curva, ognuno di noi può avere le sue preferenze, poi quello che farà la società non lo so – ha spiegato – Ne parleremo, ma la decisione non è certo mia. Un conto è prendere la decisione finale, un conto è partecipare amichevolmente alla costruzione di qualche cosa, quindi non posso prendermi la responsabilità di una speranza”.

