Sochi (Russa), 14 feb. (LaPresse) – “Due gare con due medaglie, non so cosa dire: è il mio momento, me lo sto godendo in pieno”. Lo ha detto Christof Innerhofer ai microfoni di Sky Sport dopo la vittoria della medaglia di bronzo in supercombinata alle Olimpiadi di Sochi. “Grazie a tutti quelli che sono dietro di me, dai tecnici ai tifosi. Senza di loro varrei solo la metà”, ha aggiunto il campione altoatesino.
“Una gara emozionante con gli ultimi sei, i giganti di questa specialità, che sono arrivati tutti dietro”. Così Giovanni Malagò, presidente del Coni, commenta la medaglia di bronzo vinta da Christof Innerhofer in supercombinata. “Bravo Inner, due medaglie pesanti che fanno ben sperare anche per il SuperG. Siamo molto felici. Serviva un mezzo miracolo dopo la discesa ed è arrivato”, ha aggiunto.
“Credo sia una medaglia incredibile, ho fatto pali solamente quattro giorni negli ultimi due anni”, ha detto ancora Innerhofer dopo il bronzo in supercombinata alle Olimpiadi di Sochi. “Al cancelletto di partenza dello slalom mi sono presentato senza alcun assillo e particolarmente rilassato – ha detto l’azzurro al sito Fisi – perchè avevo visto che molti specialisti dei pali stretti erano molto bene in discesa e partivano sicuramente fvoriti. Quando ho visto che sarei salito sul podio non potevo crederci, ringrazio Ante Kostelic (papà-allenatore di Ivica, medaglia d’argento) per avere disegnato una manche che mi ha favorito”.
Inner aveva realizzato l’ottavo tempo nella discesa del mattino. “La neve era sicuramente diversa rispetto a quella che avevo trovato in discesa a causa delle alte temperature, richiedeva un tipo di sciata che ancora non ho acquisito completamente. Inoltre avevo provato un tipo di scarpone diverso rispetto a quello della discesa”. “Il mio sogno venendo in Russia era quello di conquistare una medaglia, sono riuscito ad ottenerne due, non potevo chiedere di più. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno creduto in me. Ho dedicato l’argento della discesa ad amici e parenti, questa invece la dedico esclusivamente a me stesso. Sono orgoglioso di quanto ho raggiunto finora nella ia carriera”.
Il racconto della gara da parte dell’altoatesino sembra quasi una barzelletta. “Ho solo pensato che dovevo tenere i piedi larghi e stare centrale – dice – ho sciato in maniera tranquilla poi verso la fine del percorso qualcuno mi ha gridato ‘Dai!’ allora ha capito che ero andato bene ma al traguardo, sicneramente, ero piuttosto sorpreso”. “E’ stata una sofferenza – aggiunge – ad un certo punto ho temuto di arrivare quarto. Confesso che dopo la discesa ho anche pensato di non prendere parte allo slalom”. Nessun rimpianto neanche sulla non esaltante discesa del mattino. “Ho fatto tutto il possibile perché non era la mia neve – argomenta – mi sono solo ritenuto fortunato perché quella che ‘vera’ è stata quattro giorni fa”.
Innerhofer non fa pronostici sul futuro: “La voglia c’è ma le mie condizioni fisiche sono quelle che sono e non mi sento di dire ora se fra quattro anni sarà in Corea o meno”, dice. Per ora la sua concentrazione resta sul Supergigante di domenica. “Non so in che condizioni sarò perché il riposo è molto limitato – conclude – fra tutti noi sarei felice potesse fare un bel risultato Werner Heel. Io, Peter (Fill, ndr) e Dominik (Paris, ndr) le nostre medaglie in carriera le abbiamo già vinte”.
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