Budapest (Ungheria), 22 gen. (LaPresse/AP) – I Comitati olimpici di Ungheria e di altri Paesi hanno ricevuto minacce di attacchi terroristici contro gli atleti che parteciperanno ai Giochi di Sochi. Lo fa sapere Bence Szabo, segretario del comitato ungherese, dicendo al quotidiano sportivo Nemzeti Sport che il messaggio via email, in inglese e russo, invita la delegazione a tenersi lontana dai Giochi, che si terranno dal 7 al 23 febbraio. Il presidente del comitato, Zsolt Borkai, ha affermato che la minaccia è stata presa seriamente e che il Comitato olimpico internazionale, gli organizzatori dell’evento sportivo e le forze di sicurezza ungheresi sono stati informati del pericolo. Anche i comitati di altri Paesi hanno ricevuto messaggi simili, ha detto Borkai alla tv di Stato Mti.

Tra questi, anche l’Italia. Il Coni ha confermato l’arrivo in mattinata di una mail contenenti minacce terroristiche. Il Comitato comunica di aver “trasmesso il contenuto della mail alle autorità preposte alla sicurezza internazionale per il seguito di competenza”. “Nello stesso tempo – si legge in una nota – il Comitato Olimpico Nazionale Italiano manifesta fiducia e serenità nelle misure di sicurezza che sono state garantite dagli Organizzatori al Cio, alle Federazioni Internazionali e ai Comitati Olimpici”.

Il Cio ha fatto sapere in un comunicato che prende “molto seriamente il tema della sicurezza”, aggiungendo che manterrà alta la guardia. “Passeremo ai servizi di sicurezza competenti ogni informazione credibile”, spiega il Comitato olimpico internazionale, che però si è detto scettico sull’autenticità delle minacce. “In questo caso sembra possibile che l’email inviata al Comitato olimpico ungherese non contenga alcuna minaccia e appaia essere un messaggio casuale inviato da un singolo individuo”, recita il comunicato del Cio. Anche il Comitato olimpico della Svizzera ha placato gli animi riguardanti i messaggi minatori, affermando che minacce simili sono “normali” quando si è così vicini ai Giochi. Gli svizzeri hanno comunque fatto sapere che i loro atleti organizzeranno i loro spostamenti in base alle considerazioni sulla sicurezza. “Si tratta di un messaggio di tutti i giorni. È normale riceverne prima di ogni Olimpiade”, ha detto la portavoce del comitato svizzero Martina Gasner. “Lavoriamo in collaborazione con gli uffici federali elvetici di polizia e relazioni estere”, ha aggiunto. “Se le agenzie ci diranno che possiamo andare a Sochi, ci andremo. Se ci diranno che è troppo pericoloso e ordineranno di non andare, allora cambieremo i nostri piani”, ha concluso Gasner, raggiunta via telefono da Associated Press.

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