Torino, 30 dic. (LaPresse) – L’uomo dei record, il cannibale, il più grande pilota di Formula 1 di tutti i tempi. Sono solo alcuni dei modi in cui Michael Schumacher è stato etichettato nel corso della sua straordinaria carriera di pilota di Formula 1. Come tutti i grandi non ha saputo resistere a lungo lontano dalle competizioni, ha provato a sfidare il tempo che passa e trovare sempre nuovo sfide e motivazioni prima di uscire definitivamente di scena. Nato a Hermülheim, il 3 gennaio del 1969, iniziò la carriera all’età di quattro anni, alla guida di un kart sul circuito di Kerpen, gestito dal padre. Il debutto in Formula 1 arriva nel 1991 al volante della Jordan. Nel corso dei suoi 19 anni di carriera, Schumi diventa il pilota di Formula 1 che ha vinto più titoli Mondiali, ben sette: i primi due con la Benetton di Flavio Briatore nel 1994 e nel 1995 e successivamente cinque consecutivi con la Ferrari nel 2000, 2001, 2002, 2003 e 2004. Sono gli anni più belli, quelli dei trionfi sulle piste di tutto il mondo e dall’ingresso alla guida della Rossa nell’Olimpo dei più grandi campioni dello sport di tutti i tempi. Il connubio Schumacher-Ferrari diventa sinonimo di successo.

L’ex campione tedesco detiene la gran parte dei record della Formula 1, avendo conseguito, oltre ai 7 titoli iridati, anche il maggior numero di Gran Premi vinti (91), di Pole Position (68), di Giri Veloci in gara (77), di pole position, vittoria e giro più veloce nella stessa gara. Schumacher è stato anche il primo tedesco a divenire campione del mondo di Formula 1 ed è stato l’icona più popolare nella Formula 1, fino al 2006, secondo un sondaggio effettuato dalla Fia. Nel 2003 diviene il più titolato pilota di Formula 1 con la vittoria del sesto titolo mondiale, superando il record di Juan Manuel Fangio. Nel 2004 marca un ulteriore record vincendo il suo quinto titolo iridato consecutivo, il precedente record sempre di Fangio con quattro titoli di fila.

Dopo sedici stagioni consecutive in Formula 1 dal 1991 al 2006, tre anni di inattività con un ruolo di consulente alla Ferrari e una poco fortunata parentesi in Superbike, Schumacher decide a 41 anni di tornare a correre, a partire dalla stagione 2010. Il fuoriclasse tedesco si rimette nuovamente in gioco accettando l’offerta della Mercedes con alla guida uno dei suoi mentori alla Ferrari, Ross Brawn. Dopo tre Mondiali disputati con la scuderia tedesca senza vittorie e con un solo podio conquistato, il 4 ottobre 2012, a quasi 44 anni di età, Schumi decide di annunciare il suo secondo ritiro dalle competizioni ufficiali. L’unica consolazione è l’aver stabilito un altro primato: ovvero quello del maggior numero di sorpassi in una stessa singola stagione (2011), con ben 116.

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