Roma, 25 dic. (LaPresse) – “Lo scudetto? Quando inizio una competizione lo faccio per vincerla, spero di vincere sempre. Ma questo è un sogno, c’è la passione e poi c’é la ragione, che dice che non dovrebbe essere questo il nostro anno. Se i favoriti non fanno il loro lavoro noi dobbiamo essere pronti, ma per il momento davanti la Juve non molla”. Così si è espresso Rudi Garcia in una intervista concessa ai microfoni di Sky Sport a chi gli ha chiesto se credesse nello scudetto. “I bianconeri stanno facendo una stagione da record, la Roma sta facendo una stagione incredibile, abbiamo 37 punti senza aver mai perso – ha ricordato l’allenatore francese – Con questi punti negli anni passati saremmo stati primi, ma la Juve mostra ancora di avere molta esperienza ed una rosa con due squadre dello stesso livello”.
L’allenatore della Roma non è preoccupato che dopo la sosta la squadra possa non arrivare nelle migliori condizioni alla sfida con i campioni d’Italia del 5 gennaio. “Hanno un programma da seguire, mi fido molto di loro – ha assicurato Garcia ono giocatori intelligenti e sanno che la gara del 5 gennaio è una bella partita da giocare e per farlo dovranno star bene sul piano fisico”. L’ex tecnico del Lille ha confessato che il suo idolo da giovane era proprio un calciatore della Juventus, Michel Platini. “Era il mio idolo, ha fatto grandi cose in Italia e in Francia – ha evidenziato – Non dimentico la squadra di Zidane che ha vinto la Coppa del Mondo, ma il mio idolo era Platini. Prima di lui mi piaceva Cruyff”.
Garcia ha spiegato poi come ha cambiato la sua Roma rispetto alla scorsa stagione. “Era importante imparare velocemente questa lingua – ha sottolineato – Mi piace l’italiano, la comunicazione per me fondamentale. Il derby? E’ stato importante vincerlo, quanto ho visto che era alla quarta giornata ero contento, è stato la maniera ideale per cancellare tutto quello che era successo l’anno scorso”. In chiusura, una battuta sul razzismo. “Dobbiamo lottare contro questa cosa, non può esistere – ha concluso il tecnico della Roma – Bisogna guardare alla squadra, se c’é un posto in cui non esiste il razzismo è lì dentro, è importante come un calciatore gioca, non la religione o il colore della pelle”.
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