Di Andrea Capello

Milano, 6 sett. (La Presse) – Soldi, tantissimi soldi. E poi gli interessi esclusivi di qualche grande boss del calcio italiano su una mega-torta milionaria che, in realtà, dovrebbe riguardare e tutelare gli interessi di tutti. Infine, più di una ‘querelle’ già esplosa e che potrebbe finire presto nelle aule di un tribunale civile tra carte bollate e ricorsi. Il campionato di calcio è iniziato e le squadre hanno cominciato a darsi battaglia sul campo ma, fuori dal terreno di gioco, c’è una partita più grande ancora tutta da giocare e dai possibili sviluppi non immaginabili. E con una prima data decisiva, quella del 13 settembre. La guerra in corso è quella sui diritti Tv (triennio 2015-2018), ovvero i soldi che tengono in vita l’intero movimento calcistico nostrano, e la revisione dell’attuale accordo in scadenza nel 2015. Il ‘fischio d’inizio’ verrà dato nella prossima assemblea di Lega, in programma a Milano il 13 settembre, appunto, e l’atmosfera si preannuncia da subito calda. Da una parte Juventus-Inter-Fiorentina-Roma-Sampdoria-Sassuolo-Verona, dall’altra le rimanenti società capitanate dall’asse Galliani-Lotito-De Laurentiis-Preziosi.

Il pallone è stato messo in mezzo al campo a fine agosto quando le ‘sette sorelle’ hanno inviato una lettera al presidente della Lega, Maurizio Beretta, invitandolo ad una riflessione “approfondita e necessaria prima di adottare qualsiasi decisione relativa ai ricavi futuri da diritti audiovisivi”. Il numero uno della Lega ha risposto alla nuova alleanza, nata come opposizione alla sua rielezione lo scorso gennaio, in maniera assolutamente conciliante spiegando che tutto verrà discusso in maniera approfondita in assemblea e, almeno fino alla riunione del 13 settembre, la situazione resta in fase di stand-bye, pur continuando a promettere fuochi di artificio. Al centro della vicenda c’è ‘Infront’, l’attuale advisor scelto dalla Lega per la vendita dei diritti tv, il cui presidente a livello mondiale è Philippe Blatter, figlio di Joseph numero uno della Fifa, ed in Italia è Marco Bogarelli, uomo molto vicino al Milan ed al suo amministratore delegato Adriano Galliani. Le sette società firmatarie della lettera ritengono eccessiva la commissione pagata dalla Lega alla società di marketing, mettendo in luce l’utilità di una gara per la selezione dell’advisor dato che “sul mercato vi sono operatori che ritengono la Serie A un prodotto non sufficientemente sviluppato e disposti a garantire ricavi attuali a fronte di una fee più competitiva e vantaggiosa per la Lega rispetto a quella attuale”.

Un’altra possibilità sarebbe quella legata al canale Serie A argomento che, a loro avviso, è stato trattato fino ad ora in maniera del tutto superficiale. La posta in gioco è tanto alta quanto chiara: da una parte, per quanto riguarda il triennio 2015-2018, c’è chi ha intenzione di avvalersi nuovamente della consulenza di ‘Infront’ dall’altra chi invece vuole vagliare tutte le possibili opzioni prima di prendere una decisione definitiva. La lettera è servita per far capire che la Lega non potrà chiudere la questione in maniera sbrigativa. In tutto questo si inseriscono la partita e le polemiche relative alla vendita dei diritti per l’estero al momento in mano alla ‘MP&Silva’ del milanese Riccardo Silva, ex manager di Milan Channel.

In questo caso l’accusa alla Lega è di aver sottostimato pesantemente il valore del proprio prodotto visto che la società in questione avrebbe messo a bilancio un fatturato relativo alla vendita dei diritti Tv di molto superiore rispetto al costo di acquisizione dei diritti stessi generando un profitto che, invece, avrebbe dovuto essere più cospicuo per le società di Serie A. Tutto ciò ha portato le sette società firmatarie della lettera a chiedere chiarezza. Una prima mossa decisa ma fatta per essere da stimolo ad una discussione fondamentale per il futuro del calcio italiano in attesa di adottare, se necessario, una strategia che potrebbe diventare anche più aggressiva. La partita è ancora lunga e promette di essere ricca di colpi di scena. E, addirittura, di contrasti giuridici clamorosi.

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