Mosca (Russia), 16 ago. (LaPresse) – Sorride Fabrizio Schembri, piange Daniele Greco. Nella qualificazione alla finale del salto triplo ai mondiali di atletica in corso a Mosca Daniele Greco, l’azzurro accreditato delle maggiori chances di medaglia forte del 17,70 saltato quest’anno (miglior misura mondiale in assoluto nel 2013) rimane vittima di un problema muscolare, probabilmente uno stiramento, abbandonando la competizione prima ancora di cominciarla. Anche il bronzo olimpico di Londra Fabrizio Donato non entra in finale (per soli 10 cm) ottenendo il 15° posto complessivo con un 16,53 realizzato al terzo tentativo, dopo un nullo e un 16,20. Riesce a entrare nella finale del salto triplo, che verrà disputata domenica, il meno accreditato sulla carta degli azzurri, Fabrizio Schembri, nono con la misura di 16,83. Per il bergamasco il salto della promozione arriva al secondo turno, dopo un 16,57 d’esordio. La lunghezza migliore in questa qualificazione la ottiene il francese Teddy Tamgho, che atterra a 17,41 al secondo salto.

GRECO – “E’ andata così, ci sono anche queste cose nello sport. Uno si allena 9 mesi per arrivare al meglio all’appuntamento dell’anno e poi in un attimo sfuma tutto. Si mette in preventivo tutto, tranne il fatto che le gambe ti possano tradire in questo modo”. Questa l’amarezza di Daniele Greco nel commentare la delusione patita nella gara di salto triplo, in cui era tra i favoriti per una medaglia, ai mondiali di atletica di Mosca. L’azzurro non è riuscito neanche a partecipare al round di qualificazione alla finale a causa di un infortunio avuto nel riscaldamento. “Abbiamo fatto una preparazione impeccabile, è arrivata questa fitta che ha rovinato tutto – ha proseguito Greco – Ormai il riscaldamento era completato, stavo bene, ho fatto tutto quello che si fa di solito nell’approccio alla gara: ho messo le chiodate e ho fatto qualche allungo. Alla prima rincorsa con le chiodate sono andato a staccare, tra l’altro sono caduto sul piede dell’hop e poi, come ho appoggiato il piede destro a terra, è partita questa fitta. Ho sentito come una scarica e la dolorosa sensazione di un nodo che si scioglie al bicipite femorale destro. In quel momento ho pensato che fosse finito tutto, prima ancora di cominciare. Adesso però mi fa malissimo”. La delusione è stata tale da portare alle lacrime. “Se ho pianto è per sfogare la rabbia di non essere riuscito ad esprimermi proprio oggi che c’era tutto il mondo e avrei voluto far vedere a tutti quello di cui sono capace – ha spiegato Greco – Oggi che, fino a pochi istanti prima, i 17 metri mi sembravano così facili e vicini. Ho continuato a girare per il campo, la testa avrebbe voluto proseguire, ma l’impedimento è meccanico, quindi non si può fare nulla. È chiaro che ogni occasione è persa, ma mi rifaccio a quello che mi ha detto Fabrizio Donato in pedana: ‘Io sono arrivato fino a 37 anni, tu ne hai 24, fermati'”. All’azzurro adesso non resta che guardare al futuro. “Ora ci rimbocchiamo le maniche, continuiamo a lavorare, cercheremo di fare subito degli esami per capire bene di che cosa si tratti e speriamo di tornare competitivi prima possibile – ha evidenziato Greco – Mi piacerebbe poter essere in pedana già il 6 settembre a Bruxelles in Diamond League. Niente e nessuno può togliermi la voglia di saltare, anzi. Tornerò presto e più competitivo di prima. Ciò che non ti distrugge, ti fortifica”, ha concluso l’atleta delle Fiamme Oro.

DONATO – “Sono deluso e dispiaciuto. Il problema è emerso in gara e, purtroppo, è figlio del poco lavoro. Non riesco a correre come dovrei, ad essere fluido nella rincorsa. Sembrava che le cose andassero meglio, ma in realtà non è stato così. Non c’è decontrazione muscolare e quindi capacità di corsa. Di conseguenza, il salto risulta condizionato”. Il bronzo olimpico di Londra Fabrizio Donato ha commentato così l’esclusione dalla finale del salto triplo ai mondiali di atletica di Mosca. L’azzurro, condizionato da problemi fisici per tutta la stagione, ha parlato anche del problema avuto da Daniele Greco, costretto a dare forfait durante il riscaldamento. “L’ho visto da lontano nella sabbia e sono subito corso verso di lui – racconta Donato – L’ho aiutato e invitato a non proseguire per non correre il rischio di farsi molto più male”.

SCHEMBRI – “Per la finale ho un duplice obiettivo: entrare negli 8 e saltare 17 metri. Diciamo che la parte difficile è finita, ora arriva quella divertente”. Così Fabrizio Schembri commenta l’accesso in finale nella gara di salto triplo ai mondiali di atletica in svolgimento a Mosca. “Questo risultato non è inaspettato per me, ho lavorato bene e mi sentivo in condizione – ha ammesso il carabiniere lombardo – Agli Assoluti di Milano dove avevo saltatato 16,98 ho capito di poter esprimermi al meglio. Finalmente al mio terzo Mondiale ho superato il muro dei 12, anche se non non mi ritengo un talento come Taylor, Donato e Greco. Questa pedana mi piace molto. Non ho avuto possibilità di fare un terzo salto altrimenti penso che avrei raggiunto i 17 metri”, ha evidenziato Schembri, che a proposito del forfait di Greco durante il riscaldamento ha dichiarato “mi dispiace molto per Daniele, l’ho abbracciato e ho avuto per lui un gesto di affetto. Lui e Fabrizio sono ottimi atleti e ottime persone”, ha concluso.

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