Roma, 13 mag. (LaPresse) – “Per quella che era la situazione, è come se avessimo vinto uno scudetto. Molti non ci credevano, ero tra i pochi a pensare che potessimo farcela. Ma è stata dura e difficile”. Enrico Preziosi, presidente del Genoa, commenta così la conquista matematica della salvezza, dopo il pareggio contro l’Inter. “Cosa avrebbe significato retrocedere? Dire addio al calcio che conta. Restare in Serie A significa moltissimo, sul piano sportivo, di immagine, economico”, dice ai microfoni di Radio anch’io sport su Radiouno. A chi gli sottolinea che forse sarebbe servita più pazienza con gli allenatori, il patron rossoblù risponde: “Quando un allenatore su 11 gare ne perde 10, quale pazienza può essere sostenibile? Senza contare che con le sconfitte, il tecnico perde di autostima. Rifarei tutto, assolutamente”.

Preziosi prova a fare chiarezza sul futuro di Ballardini, che potrebbe non restare sulla panchina del Grifone: “Ieri ci siamo abbracciati. In settimana andrò a trovarlo e a fine campionato parleremo”, spiega il presidente. In quanto al licenziamento di De Canio ad inizio stagione, Preziosi svela: “L’anno scorso l’avevo chiamato chiedendogli una mano per 3-4 partite. Poi i procuratori ti impongono cose che non vuoi fare e ti trovi per un anno e mezzo un tecnico che volevi 3-4 settimane. Questo è stato il mio errore. De Canio aveva tutte le ragioni, aveva fatto meglio degli altri allenatori. Lui lo sa, comunque – aggiunge – abbiamo un bel rapporto”.

CORI RAZZISTI – “E’ il risultato della gente che va allo stadio, non per godersi lo spettacolo. In altri paesi queste cose non sarebbero accadute, sarebbero state punite. La decisione di Rocchi è un minimo passo, ma bisogna fare ancora di più”. Così commenta Preziosi in merito a quanto accaduto ieri in Milan-Roma, con i cori razzisti che hanno portato il direttore di gara a sospendere la gara per un minuto e mezzo. “Non si può non colpire i tifosi che vanno allo stadio per offendere”, spiega il patron ai microfoni di Radio anch’io sport su Radiouno. “È un qualcosa che va debellato. Se vogliamo – aggiunge – le nostre forze dell’ordine possono risolvere la situazione, senza compromessi”.

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