Milano, 18 gen. (LaPresse) – Niente di nuovo sotto il sole della Lega Serie A. Nell’assemblea odierna, alla seconda votazione, Maurizio Beretta e’ stato eletto presidente con 14 voti su 20 (2 schede bianche e 4 nulle). Oltre ad aver riconfermato il manager i 20 presidenti hanno eletto come vicepresidente l’ad del Milan Adriano Galliani e come consiglieri federali il presidente della Lazio Claudio Lotito e Antonino Pulvirenti. Sono anche stati eletti consiglieri Urbano Cairo, il presidente del Torino, il presidente del Cagliari Massimo Cellino, il presidente del Parma Tommaso Ghirardi, il presidente del Bologna Albano Guaraldi, il presidente dell’Atalanta Antonio Percassi, il presidente del Napoli Aurelio DeLaurentis, il presidente dell’Udinese Gianpaolo Pozzo, il presidente del Genoa Enrico Preziosi, e l’ad del Palermo Pietro Lo Monaco. Restano fuori Inter, Juventus e Roma. “Oggi – ha detto Beretta – ha prevalso la necessità di arrivare con un assetto perfezionato all’appuntamento con l’insediamento del consiglio federale della Federcalcio, a differenza di quanto è avvenuto nello scorso quadriennio”. “E’ stato un esercizio di democrazia – ha aggiunto – ma quello che si vuole fare è per tutte e 20 le società di serie A, per la Lega che è un ente di rappresentanza per tutte le società”. “Il consiglio che è stato votato dall’assemblea è stato quello che è stato possibile confezionare oggi”, ha precisato Beretta che ha preferito non sbilanciarsi sulla durata del suo mandato. “Mi è stato chiesto di fare il ruolo di presidente – ha spiegato – che non è un ruolo manageriale, e intanto lo assicuro in questa fase”.

Se alcuni presidenti come De Laurentiis e Lotito hanno espresso gradimento per la decisione: “Beretta e’ l’unica persona in grado di realizzare queste riforme”, ha detto il numero uno biancoceleste, altri la pensano diversamente. “La Juventus è fuori dalle dinamiche in cui si è costruito questo consiglio, questo governo – ha detto il numero uno bianconero Andrea Agnelli – Dinamiche che sono state figlie di un continuo mercanteggiare supposizioni. Da questo punto di vista la Juventus non ci sta e non ritiene corretto che nella formazione del governo del calcio si cambino poltrone per arrivare al consenso”, “Oggi si e’ deciso di sposare la vecchia mentalità. Con la conferma di Beretta noi ci auguriamo che si facciano le riforme che devono essere fatte. Stiamo lì e aspettiamo”, gli ha fatto eco il vicepresidente dell’Inter, Angelo Mario Moratti. Secondo il neo eletto vicepresidente, Adriano Galliani, invece: “Non si può certo dire che la Lega non tiene conto delle minoranze. Basti pensare che qui tutte le delibere vengono approvate in 66,67% dei voti, cioè i due terzi della maggioranza e non il 50% dei voti come fanno tutti”.

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