Milano, 28 dic. (LaPresse) – “Non me la sento di darmi un voto, perché penso che sia difficile scindere il lavoro dell’allenatore da quello della squadra: do un bel 7 complessivo, perché l’Inter ha dimostrato, pur cambiando tanto, di saper far nascere un progetto importante”. Così l’allenatore Andrea Stramaccioni, tracciando un bilancio della prima parte della stagione nerazzurra in un’intervista a Sportmediaset. “E oltre ai risultati sul campo – prosegue – anche dietro le quinte il lavoro del club sta funzionando bene. Manca un po’ di continuità: abbiamo raggiunto dei picchi di rendimento altissimi, ma non sono soddisfatto di non averli mantenuti. Ma sono passati cinque mesi: stiamo lavorando – aggiunge Stramaccioni – per costruire una grande Inter”.

“Per il 2013 il regalo” che vorrei fare a Moratti “è di continuare a non tradire le sue aspettative, di convincerlo che abbia fatto la scelta giusta. Poi ho in mente un altro regalo, ma lo tengo per me…”. Il rapporto con il presidente nerazzurro, spiega il tecnico, “nasce innanzitutto da una stima tecnica che aveva nei confronti del mio lavoro con la Primavera. Poi ci siamo conosciuti e ora il rapporto è straordinario, fatto di chiarezza”.

Il 2012 “è stato un anno fantastico. Se penso a dov’ero a gennaio scorso – dice l’allenatore – e dove sono ora penso si siano realizzati dei sogni. Oggi mi sento totalmente coinvolto nel nuovo ruolo, ma il sogno rimane perché non dimentico da dove arrivo”. “Avevo dichiarato – continua Stramaccioni – che l’Inter non me la sarei data neppure io e lo ribadisco: devo ringraziare tutta la società, a partire dal presidente Moratti. Posso dirlo: il 2012 è l’anno che ha cambiato la mia vita”. “Il momento più difficile – rievoca il tecnico nerazzurro – forse è stato il primo giorno in spogliatoio, quello più bello quando Moratti mi ha detto: ‘Non mi importa del giudizio degli altri, lei è il nuovo allenatore dell’Inter'”.

“Sneijder sa che quando un giocatore merita gli do tutto, al contrario resta fuori. Se fossi un giocatore pretenderei questo atteggiamento da un allenatore. Sono sicuro che Wesley mi farà ricredere, la maglia per lui è pronta”. Così Stramaccioni, a proposito dell’olandese al centro di un ‘braccio di ferro’ con il club nerazzurro. Parlando poi dei giocatori che lo hanno più sorpreso in squadra, l’allenatore spiega: “Tutti mi hanno stupito: cito Juan Jesus, il giovane top, Guarin, la promessa per il futuro, e Ranocchia, la certezza che avevamo in casa e che non era ancora esplosa”. “L’unico a non aver ancora espresso tutto il suo potenziale – aggiunge – è Alvarez, ma io e l’Inter crediamo in lui”.

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