Torino, 24 dic. (LaPresse) – “Spesso le cose negative possono diventare formative. Ho lavorato molto per diventare più forte ed ora penso di esserlo diventato”. L’allenatore della Juventus, Antonio Conte, in un’intervista a Sky Sport, rievoca le sensazioni vissute durante il periodo di squalifica che lo ha tenuto lontano dai campi di gioco. Il tecnico bianconero confessa di aver provato “molto dolore” negli ultimi quattro mesi. “Mi è mancato molto il rapporto con i giocatori”, spiega Conte, che esprime poi solidarietà ai giocatori Paolo Cannavaro Gianluca Grava, squalificati sei mesi nell’ambito del processo calcioscommesse. “Sono vicino a loro, come al Napoli”, dice il mister della Juventus. “Bisogna punire chi deve essere punito – sottolinea Conte – non chi si rifiuta di fare determinate cose e non le denuncia”.
Sempre a proposito del suo periodo lontano dalla panchina, Conte chiarisce di non aver “mai pensato di lasciare, perché ho avuto sempre un appoggio incondizionato da parte del presidente, della famiglia, di John Elkann, del direttore (Marotta, ndr) e dei ragazzi”. “In questa vicenda – spiega il mister bianconero – il presidente mi ha fatto sentire ancora più responsabile e partecipe in tante situazioni”. “Se fosse accaduto l’anno scorso – prosegue Conte – sarebbe stato un disastro perché me e per la Juve, in maniera coscienziosa mi sarei fatto da parte, perché l’anno scorso c’era tutto un lavoro da fare”. Invece quest’anno, continua l’allenatore bianconero, “c’era un anno e più di lavoro da fare e una squadra che conosceva il mio credo e i principi di gioco che professiamo. Questo – sottolinea il tecnico – ci ha permesso in questi mesi di far sembrare normale una cosa che non era normale, anzi, era molto anormale”.
La Juventus è tornata a vincere “perché ha iniziato un progetto”, assicura Conte. “Spesso si abusa di questa parola, invece noi abbiamo progettato in maniera giusta. In questa stagione abbiamo proseguito il lavoro iniziato l’anno scorso, mettendo delle enormi fondamenta”. A detta del tecnico, il momento magico del 2012 è stato “il triplice fischio finale a Trieste che ha sancito la vittoria dello scudetto, con l’abbraccio collettivo con i giocatori e i dirigenti, per festeggiare qualcosa di straordinario fatto in quell’anno”. “Abbiamo ancora voglia di stupire”, prosegue Conte, sottolineando “la fortuna di avere giocatori speciali. Avendo loro, non ho paura di niente. E’ giusto coltivare il sogno e questo è quello di ottenere sempre il massimo. Se ci riusciremo – aggiunge l’allenatore della Juventus – avremo fatto qualcosa di straordinario”.
Capitolo mercato. Il mister spiega che la squadra “non cambierà molto a gennaio, perché faremo delle operazioni intelligenti, come abbiamo fatto a giugno”. “Cercheremo di operare – chiarisce il tecnico bianconero – per colmare delle lacune che ci sono. Se ci saranno occasioni importanti, non ce le lasceremo sfuggire. I grandi calciatori arricchiscono la qualità, la rosa e rendono le cose da difficili a meno difficili”. “Quando saremo nelle condizioni di prendere giocatori importanti lo faremo – assicura Conte – perché la Juve è giusto che torni ad avere giocatori da 40-45 milioni. Quando potremo, lo faremo”. Uno dei ‘top player’ più richiesti dal mercato è Mario Balotelli, che “ha le caratteristiche del grande giocatore ma costa quanto la Gioconda e noi – dice il tecnico – non possiamo permetterci giocatori particolari”.
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