Torino, 24 ago. (LaPresse) – La rabbia e l’orgoglio. Il campionato italiano si piazza ai nastri di partenza ma non può ancora dimenticare lo sfogo di Antonio Conte, che si è scatenato ieri in conferenza stampa commentando la squalifica di dieci mesi nell’ambito della vicenda calcioscommesse. Una reazione dura quella dell’allenatore della Juventus, che ha ribadito la sua assoluta innocenza definendo la vicenda “assurda”: “Io ho sempre rispettato le regole”, questo l’incipit della conferenza del tecnico pugliese. Una conferenza che è stata il riassunto di una lunga battaglia, appoggiata dalla Juventus e dal presidente Agnelli, che promette di non finire qui e regalare nuovi colpi di scena.
Se il mondo ‘tifoso’, con le sue fazioni, si infiamma e inevitabilmente si divide nel commentare il destino di Conte, costretto per adesso a dirigere la sua squadra dalla tribuna, gli addetti ai lavori sembrano guardare alla vicenda con rigoroso rispetto. I club, compresi i rivali storici dei bianconeri, non hanno voluto commentare lo show del ‘Conte furioso’ e anche gli allenatori oggi impegnati nelle conferenze stampa, interpellati sulla questione, si sono limitati a rapidi cenni. Roberto Donadoni, tecnico del Parma atteso domani dall’anticipo di campionato proprio contro i bianconeri, spiega di non credere ad una Juventus distratta dalle vicende degli ultimi giorni: “A me interessa solo il calcio giocato, e domani sarà una partita difficile solo per la qualità dell’avversario”, il commento del mister dei ducali. “Non so nulla di questa storia, ma sono solidale con Conte perché è un amico”, le parole dell’allenatore della Fiorentina Vincenzo Montella.
Guardando in casa bianconera Massimo Carrera, l’uomo scelto per sostituire Conte in panchina, rassicura i tifosi sull’apporto del tecnico ‘titolare’: “Antonio dà la carica in settimana e durante la partita cerca di portare ulteriori motivazioni”. E garantisce: “Quello che accade fuori dal campo, non ci turba”. Serenità anche da parte del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, unico a rompere per un attimo ‘la calma dopo la tempesta’ nel definire i rapporti tra Federazione e Juventus. Ancora una volta, il numero uno di via Allegri ha ribadito il “massimo rispetto nell’operato della giustizia sportiva” rifiutando le accuse di ‘tesi precostituite’: “Le critiche sono legittime – ha spiegato Abete – purché non si pensi che ci sia accanimento nei confronti di qualunque tesserato”.
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