Londra (Regno Unito), 1 ago. (LaPresse) – Un altro podio mancato, ma stavolta la delusione è ben attenuata. L’Italia di Federica Pellegrini esce dalla staffetta 4×200 femminile al settimo posto, ma con la consapevolezza dei propri limiti rispetto ad avversarie apparse di un altro pianeta. Se i risultati della mattina avevano fatto nutrire qualche speranza, con l’ottimo crono del mattino, 7’52″75, migliore anche dell’oro europeo di Debrecen (7’52″90) e miglior tempo mai nuotato dalla 4×200 senza costumi in poliuretano, in gara si è subito capito che non ci sarebbe stata storia. Iraggiungibile il terzetto formato da Usa, Australia e Francia, soprattutto la squadra a stelle e strisce (Franklin, Vollmer, Vreeland e Schmitt), che ha conquistato l’oro. Alle azzurre non è bastata, per l’impossibile rimonta, la frazione (1’57″61) della Pellegrini, che al termine della gara si è quasi mostrata in versione ‘mamma chioccia’, abbracciando le sue compagne ed invitando all’ottimismo in vista del futuro.
“L’obiettivo dall’anno scorso era questo – ha spiegato la veneta – cercare di ricreare una staffetta forte, una 4×200 molto forte come non è mai stata e come abbiamo dimostrato vincendo l’Europeo a Debrecen e con la finale di oggi”. “Purtroppo – ha proseguito Federica – non abbiamo ancora le riserve, quindi gareggiamo in 4 alla mattina e in 4 al pomeriggio. Soprattutto a chi non era abituata a gareggiare in uno stadio così, ho detto: ‘Non guardate in alto, qualsiasi cosa succeda, guardate solo la corsia!'”. Ha riassunto bene l’esperienza Alice Nesti: “E’ un traguardo già esserci state e personalmente sono molto contenta”. Alice Mizzau rievoca bene lo spirito decoubertiniano: “Quello che avevo l’ho dato, ci siamo divertite”. “E’ stata una bellissima esperienza”, ha fatto eco la più giovane del quartetto, la 16enne Diletta Carli.
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