Roma, 1 ago. (LaPresse) – Tre mesi di stop e un’ammenda di 200mila euro non costitutiscono una sanzione “congrua”. Questa la motivazione con cui la commissione Disciplinare della Figc ha respinto il patteggiamento per Antonio Conte, nell’ambito del processo sportivo relativo al terzo filone del calcioscommesse, che ha preso il via oggi all’ex Ostello della gioventù del Foro italico. Conte e il procuratore federale, Stefano Palazzi, avevano trovato un accordo per permettere all’ex tecnico del Siena di uscire dal processo con il patteggiamento e mettere così fine al deferimento per due omesse denunce relative alle presunte combine di Novara-Siena e Albinoleffe-Siena del 2011. Dopo la bocciatura, i legali di Conte hanno presentato un’istanza di stralcio e, in subordine, la ricusazione del collegio Disciplinare della Federcalcio, ma entrambe le richieste sono state respinte: “Non sussiste alcuna incompatibilità – ha spiegato Palzzi – a capo di questa commissione. Con il patteggiamento non c’è una valutazione nel merito della richiesta, ma solo in astratto, e questo non comporta alcuna affermazione di responsabilità e non esiste nessun pregiudizio”.

Con una nota pubblicata sul suo sito la Juventus ha definito la vicenda “un atto gravissimo nei confronti dell’onorabilità di tutti i soggetti coinvolti: professionisti, manager, tesserati e società” e si è riservata di fornire “ulteriori comunicazioni” nella giornata di domani. A surriscaldare il clima teso al Foro italico, anche la contestazione di un gruppo di ultrà bianconeri nei confronti di Palazzi, con cori di scherno e striscioni con insulti.

La prima giornata del processo ha visto il patteggiamento, e quindi l’uscita dal processo, per Torino (-1 punto e 30mila euro di ammenda), Siena (-6 punti e ammenda di 20mila euro), Albinoleffe (-1 punto e 30mila euro di ammenda) e Varese (-1 punto e 30mila euro di ammenda). Il Siena, in particolare, ha visto respinto il primo patteggiamento e il secondo è stato concesso dalla Disciplinare con una sanzione più severa. Per il presidente della squadra toscana, Massimo Mezzaroma, il club paga “esclusivamente la colpa di aver avuto una mela marcia tra i nostri tesserati”: una penalizzazione che, per il patron, “deve diventare un ulteriore stimolo per tutti”. Per quanto riguarda i tesserati, invece, patteggiamento per Mirko Poloni (6 mesi di squalifica), Dario Passoni (6 mesi e 15 giorni di squalifica), Marco Savorani e Giorgio D’Urbano (5 mesi e 10 giorni di squalifica), Filippo Carobbio (4 mesi di squalifica in continuazione con i 20 mesi del precedente processo), Angelo Da Costa Junior (3 mesi di squalifica e 30mila euro di ammenda), Daniele Faggiano (4 mesi di inibizione), Carlo Gervasoni (3 mesi di squalifica in continuazione con i 20 mesi del precedente processo), Marcelo Larrondo (3 mesi e 20 giorni di squalifica e ammenda di 30mila euro) e Cristian Stellini (2 anni e 6 mesi di squalifica e 50mila euro di ammenda). Per gli altri club e tesserati coinvolti, il processo andrà avanti.

E Palazzi non è stato di certo morbido nelle richieste avanzate: quattro punti di penalizzazione in classifica per il Novara, retrocessione in Lega Pro o addirittura nella serie inferiore successiva per il Grosseto, unitamente a 3 punti in meno in classifica. Per quanto riguarda i tesserati, Cristian Bertani (ex Novara): 3 anni e 6 mesi; Davide Bombardini (ex Albinoleffe): 3 anni e 6 mesi; Mario Cassano (ex Piacenza): 9 mesi, in continuità con la squalifica di 5 anni del primo processo; Edoardo Catinali (ex Ancona): 3 anni e 6 mesi; Ferdinando Coppola (ex Siena): 3 anni e 6 mesi; Davide Drascek (ex Novara): 3 anni e 6 mesi; Alessandro Pellicori (ex Torino): 3 anni e 6 mesi; Emanuele Pesoli: 3 anni; Claudio Terzi (Siena): 3 anni e 6 mesi; Roberto Vitiello (Siena): 4 anni. Per il presidente del Grosseto, Piero Camilli, il procuratore federale ha chiesto 5 anni di squalifica e la preclusione. Diecimila euro di ammenda, invece, per l’Ancona. Il processo riprenderà domani, a partire dalle 9.30: l’attesa è tutta concentrata sulle mosse dei legali di Conte.

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