Torino, 29 mag. (LaPresse) – “Mi chiedo se gioverebbe a tutti quanti quelli che seguono questo sport se per due o tre anni ci fosse una totale sospensione di questo gioco”. Così il presidente del Consiglio, Mario Monti, in conferenza stampa al termine del vertice italo-polacco riferendosi allo scandalo calcioscommesse. “È un mio desiderio che sento nel profondo, e non una proposta del governo”.
“Provo una profonda tristezza ed invito tutti a guardare in noi stessi – ha aggiunto – E’ così facile per i cittadini italiani non impegnati in attività politiche, che sono la grande maggioranza del Paese, localizzare tutti i mali dell’Italia nella politica. E’un errore. Ci sono gravi difetti nella politica ma in un Paese non esiste fra la politica e la società civile quella separatezza che a volte membri della società civile trovano comodo pensare che esista”. Secondo Monti “fa rabbrividire vedere che un mondo che dovrebbe essere portatore dei valori più alti si dimostri un concentrato di aspetti fra i più riprovevoli come slealtà, illegalità e falso”.
Il Premier ha parlato anche dei fatti di Genoa-Siena: “Credo che bisogna ancora approfondire l’episodio”, ha spiegato. “”Abbiamo visto – ha detto Monti – in questi anni fenomeni indegni, dalle lotte tra tifoserie, se vogliamo chiamarle tifoserie, a episodi incredibili come quello sugli spalti di di una grande città italiana dove si é assistito a un invisibile ricatto con i giocatori inginocchiati davanti a chissà quali minacce di sfegatati si sono tolti le maglie. Credo che bisognerà ancora approfondire quell’episodio anche perchè non dobbiamo pensare che fenomeni forte di soggezione a poteri occulti avvengano solo in alcune zone d’Italia perché quella è stata una manifestazione spaventosa di questo fenomeno”.
Infine un ulteriore stoccata al mondo del pallone: “È inammissibile che periodicamente si usino i soldi dei contribuenti per ripianare i debiti di società calcistiche”, ha concluso.
La replica del presidente della Figc non si è fatta attendere. “Sono perfettamente d’accordo: nessuno sconto per chi ha barato, ma fermare i campionati significherebbe mortificare tutto il calcio, penalizzare chi opera onestamente,la gran parte del nostro sistema, e perdere migliaia di posti di lavoro. Non è la soluzione”, ha detto Abete. “Capisco e condivido l’amarezza del presidente Monti – ha dichiarato Abete – del quale rispetto il ruolo in un momento delicato del Paese e la riconosciuta statura personale. E’ l’amarezza di fronte alla perdita di valori. Dallo stesso Monti e a livelli istituzionali più autorevoli è stato però sottolineato a proposito della politica la necessità di ritrovare la fiducia dei cittadini e di evitare demonizzazioni. L’economia, la finanza, la società civile affrontano una crisi di valori: il calcio non fa, non vuole fare il discorso ‘così fan tutti'”.
“Il calcio professionistico non riceve un euro di fondi pubblici. E’ finanziato da risorse provate e introiti commerciali. Bisogna stare attenti a non ingenerare equivoci. Al di là dell’indotto del settore, il nostro report economico 2011 dice che il solo settore professionistico versa alle casse dell’Erario un miliardo e cento milioni di euro in un anno”, ha concluso Abete in risposta alla seconda critica di Monti al mondo del pallone.
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