Rizziconi (Reggio Calabria), 13 nov. (LaPresse) – Grande festa a Rizziconi per l’arrivo dell’Italia di Prandelli che si è allenata sul campo confiscato alla ‘Ndrangheta. Un migliaio di persone hanno accolto gli azzurri. A fare gli onori di casa Don Ciotti, presidente dell’associazione ‘Libera’.
“La venuta della nazionale è indicativa del fatto che non solo la Calabria ma tutta la società italiana lotta contro le mafie”, così il procuratore capo di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone ha espresso la sua gioia per l’iniziativa degli azzurri. “Quello che importa per la società meridionale è che tutto il resto del Paese si renda conto con iniziative di questo tipo che si tratta di un problema nazionale – ha aggiunto – Il fatto che la nazionale, uno dei simboli dell’Italia, venga in un piccolo paese come Rizziconi è un fatto estremamente positivo”.
“Vedere arrivare qui l’Italia a dare un calcio alle mafie è un segnale fondamentale. Mi fa piacere che Prandelli e Abete abbiano accolto la nostra proposta. La loro presenza è un segnale importante per questi ragazzi”, così il presidente dell’associazione ‘Libera’, Don Luigi Ciotti. “Ma questa festa non basta – ha aggiunto – c’è bisogno di dare continuità a tutto questo. La lotta alle mafie si fa sul posto ma soprattutto a Roma con politiche ed interventi giusti”
“Speriamo che questa iniziativa non sia fine a se stessa. L’Italia ha voluto dare la sua testimonianza nella battaglia contro la legalità. Cercheremo di seguire questo comune che rappresenta un simbolo specie dopo la giornata di oggi”, così il presidente della Figc, Giancarlo Abete. “E’ importante anche che ci sia stato Gennaro Gattuso – ha aggiunto – rappresenta quella Calabria bella che ha voglia di fare ed è una speranza per il futuro”, ha concluso.
“Veniamo via arricchiti”, ha detto il ct Cesare Prandelli esprime il suo stato d’animo dopo la bella iniziativa organizzata dalla Figc a Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria. “Siamo rimasti colpiti dalle parole di Don Ciotti – ha aggiunto Prandelli – e dalla partecipazione di questi ragazzi. E’ stata una giornata storica e noi siamo orgogliosi di aver insistito per venire qui”. Ma come fare a non far cadere subito un velo di oblio su una realtà così difficile: “In qualche modo bisogna fare. Non è una sfida è l’idea di iniziare qualcosa di importante per tutta l’Italia”, ha detto Prandelli.
“Abbiamo fatto un’opera giusta, era un dovere morale presenziare anche per un senso di responsabilità che dobbiamo avere soprattutto ii situazioni e occasioni come quelle di oggi”. Così invece il portiere della nazionale, Gigi Buffon. La Nazionale ha dato un messaggio forte contro le mafie allenandosi su un terreno confiscato, ma come ha detto Don Ciotti non basta. “Devono scendere in campo tante persone, la politica ci deve sostenere e dare una mano come anche i valori di libertà degli abitanti di questo luogo. Credo che il grimaldello di tutto – ha aggiunto il portiere juventino – sia migliorare la nostra cultura e conoscere appieno la storia di ogni realtà. Questo può smuovere le coscienze per battere la criminalità”.
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