Springsteen San Siro 2025, lo show del rocker è (anche) un’invettiva contro Trump

Springsteen San Siro 2025, lo show del rocker è (anche) un’invettiva contro Trump
FILE – Bruce Springsteen speaks to the audience during a concert with the E Street Band at the Olympic Stadium in Berlin, Germany, on June 11, 2025. (AP Photo/Markus Schreiber, File)

Il Boss trionfa a San Siro con uno show tra politica e rock’n’roll

Bruce Springsteen torna nel ‘suo’ stadio a 40 anni dal suo primo leggendario concerto in Italia del 21 giugno 1985 a San Siro. L’impianto milanese è diventato un luogo mitologico per il Boss, che ha sempre dichiarato di considerarlo un posto speciale, e per i suoi fan, ricompensati ancora una volta da un grande concerto dell’artista americano, accompagnato dalla fida E Street Band, che, a 75 anni suonati, ha travolto con quasi tre ore di rock il Meazza.

Lo Springsteen 2025 è un rocker arrabbiato e il bersaglio della sua indignazione ha un nome e un cognome: Donald Trump, attaccato senza mezzi termini durante lo show, con un discorso tradotto sugli schermi che è un atto di accusa verso la Casa Bianca, che secondo Springsteen sta mettendo a rischio i valori fondanti della democrazia americana: “Viviamo tempi pericolosi perché la mia terra, l’America che amo, quella di cui ho scritto, quella che è stata faro di speranza e libertà per 250 anni, è nelle mani di un governo corrotto, incompetente e traditore. Stasera vi chiediamo di sostenere la democrazia, di alzarvi e far sentire la vostra voce contro l’autoritarismo”, dice il cantautore del New Jersey a chiare lettere prima di far partire il brano che dà il titolo a questo tour, ‘Land of Hope and Dreams’, una cavalcata rock sulla ‘Terra della Speranza e dei Sogni’, che è la ‘sua’ America.

Ci sarà spazio poi per un’atra invettiva, prima del gospel soul di ‘My City Of Ruins’: “In America, casa mia stanno perseguitando le persone che esercitano la libertà di parola e danno voce al loro dissenso”, dice Bruce che però non perde la fede nel suo paese: “L’ America di cui ho cantato per voi per circa 50 anni è reale indipendentemente da tutti i suoi difetti: è un Paese incredibile con persone incredibili. Sopravviveremo a questo momento“, è la conclusione.

Non solo politica: lo show è una festa rock 

Lo show però non è stato solo politica ma anche tanto rock and roll. dall’iniziale tirata ‘No Surrender’, con l’amico di sempre Little Steven, regolarmente al suo fianco, nonostante fosse reduce da un’operazione di appendicite, che ne aveva messo in dubbio la presenza fino all’ultimo. Bruce va ad abbracciare il suo pubblico durante ‘The Promised Land’ e gigioneggia su ‘Hungry Heart’, cantata in coro dai 58mila di San Siro. Intanto cala la sera e si ascolta una inattesa ‘I’m On Fire’, la notte poi diventa “per gli amanti” nella travolgente ‘Because The Night’, scritta da Springsteen ma resa famosa da Patti Smith. Il Boss e suoi musicisti ormai sono inarrestabili e nonostante l’afa asfissiante fanno saltare tutto San Siro con l’inno potente ‘Badlands’ e lo commuovono con il romanticismo rock di ‘Thunder Road’.

Una breve pausa e poi i bis con la doppietta ‘Born In The Usa’-‘Born To Run’, le canzoni simbolo del rocker a stelle e strisce per eccellenza. La festa va verso la fine con la celebrazione a tinte soul della E Street Band di ’10the Avenue Freeze-Out’ e il rock and roll di ‘Twist And Shout’.

La chiusura è affidata a una splendida cover di ‘Chimes Of Freedom’ di Bob Dylan, con Springsteen che evoca “le campane delle libertà’, prima di salutare esausto il suo pubblico, stremato ma felice.

Bruce Springsteen a Palazzo Parigi a Milano, martedì 01 Luglio 2025 (Photo by Marco Ottico/Lapresse)
© Riproduzione Riservata