Giorgio Armani, aperto il testamento dello stilista

Giorgio Armani, aperto il testamento dello stilista

Nessun erede diretto, ma lui ha predisposto e programmato tutto. Oggi la tumulazione delle ceneri

Sono stati aperti e pubblicati due giorni fa due testamenti lasciati da Giorgio Armani, lo stilista scomparso il 4 settembre, all’età di 91 anni. I documenti sono stati affidati al notaio milanese Elena Terrenghi.

Intanto oggi è avvenuta attorno alle 15 la tumulazione delle ceneri di Armani nel cimitero di Rivalta di Gazzola (Piacenza). Una cerimonia in forma strettamente privata. Tra i presenti alla cerimonia il compagno e braccio destro dello stilista, Leo Dell’Orco, la sorella Rosanna e i nipoti.

I due testamenti

I due testamenti aperti il 9 settembre dinanzi al notaio Elena Terrenghi sono stati redatti a mano dallo stilista. Consegnati in busta sigillata, quindi in forma segreta fino all’apertura, recano la data del 15 marzo scorso e del successivo 9 aprile.

Lo stilista non aveva eredi diretti: due le nipoti, Silvana e Roberta, figlie del fratello maggiore Sergio scomparso anni fa; la sorella Rosanna e suo figlio, Andrea Camerana. “Il piano di successione l’ho preparato con il mio usuale programmatico pragmatismo e la mia grande discrezione, ma non lo rivelo adesso, perché ci sono ancora”, rivelava nel suo libro autobiografico ‘Per amore’.

Il patrimonio

Con un patrimonio di 12,1 miliardi di dollari, Giorgio Armani era al 235esimo posto tra gli uomini più ricchi al mondo nella classifica di Forbes, al quarto posto in Italia. L’azienda che porta il suo nome, fondata nel 1975 insieme al compagno di allora e socio Sergio Galeotti, è diventata negli anni simbolo dell’alta moda italiana, e dalle passerelle si è espansa ad altri settori, dal beauty allo sport passando per la casa, ma anche hotel, ristoranti e locali. Solo di pochi giorni fa l’annuncio dell’acquisto dello storico locale La Capannina di Forte dei Marmi, dove per la prima volta Armani incontrò Galeotti.

Gli eredi: ecco cosa succederà

Cosa succederà ora a uno dei principali marchi italiani? Armani non ha mai ceduto l’azienda a gruppi o fondi e ne ha mantenuto il controllo fino alla morte. Oltre alle due nipoti, figlie del fratello Sergio, e la sorella con suo figlio, tra gli eredi si potrebbe annoverare il suo braccio destro, Leo Dell’Orco. Tutti hanno incarichi nel Cda, così come l’amico Federico Marchetti, fondatore di Yoox. Nel 2016 è stata istituita la Fondazione Giorgio Armani, con cui lo stilista ha voluto assicurare una guida nella gestione futura dell’azienda. Oggi sono tre i brand di riferimento: Giorgio ArmaniEmporio Armani A/X Armani Exchange.

La successione

Lo stilista nel 2022 nella sua autobiografia ‘Per amore’ affermava di aver preparato minuziosamente la successione “con il mio usuale programmatico pragmatismo e la mia grande discrezione“. Armani deteneva, alla sua morte, il 99,9% delle quote di Giorgio Armani Spa, mentre la Fondazione lo 0,1%. A quanto trapelato, però, nella Spa che nascerà dopo la sua morte ci saranno sei categorie di azioni con diritto di voto (da A a F), più due senza diritto di voto. Ai soci A dovrebbe andare il 30% del capitale, a quelli F il 10% – e in una di queste due categorie – agli altri il 15% a testa. Diversi i pesi: l’azione A darebbe diritto a 1,33 voti, e la F a 3 voti. Ai soci A spetterebbe inoltre la nomina di tre consiglieri, tra cui il presidente, e agli F due consiglieri, tra cui l’amministratore delegato. Il futuro consiglio di amministrazione, secondo le volontà di Armani, dovrebbe essere di otto membri.

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