È scomparsa ieri, 18 maggio: la ricorda anche il sindaco di Ferrara Alan Fabbri

“Un dolore profondo quello che ha colpito la comunità ferrarese. Il lutto per Valeria Luzi, talento del settore cinematografico e anima creativa di ‘Ferrara La Città del Cinema’, coinvolge tutti, per il suo impegno professionale e personale nella nostra città insieme al marito Stefano Muroni. A lui e alla famiglia di Valeria rivolgiamo le nostre più sincere condoglianze”: queste le parole del sindaco Alan Fabbri alla notizia della morte della scrittrice e sceneggiatrice romana trapiantata a Ferrara.

Una “mente creativa e appassionata” dalla quale è nata la filiera creativa ‘Ferrara La Città del Cinema’, di cui era direttrice generale, ma anche il progetto Gherardi Villaggio del Cinema, per rigenerare attraverso la street art la piccola frazione di Jolanda di Savoia. È scomparsa ieri, il 18 maggio, all’età di 43 anni.

“Se ne va troppo presto una donna straordinaria, imprenditrice, appassionata del suo lavoro, madre innamorata. L’ho conosciuta e ne conserverò il ricordo vivo: la sua determinazione, la sua intelligenza luminosa, il modo in cui sapeva affrontare tutto senza mai perdere il sorriso. Il pensiero oggi va a chi le ha voluto bene, ma soprattutto a Stefano e alla sua bambina Emilia, che possa crescere sentendo, ogni giorno, l’eredità potente di amore e coraggio che sua madre le ha lasciato, perché quello che ha dato è troppo vero per svanire”, ha aggiunto l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli. 

Il racconto di Valeria Luzi sui social

Sui social di Valeria Luzi il racconto della sua malattia: su Instagram aveva dedicato una intera sezione delle storie in evidenza al tema ‘cancro’. Qui immagini, foto e video, di alcuni momenti difficili che ha condiviso sui social, come la perdita di capelli e l’acquisto di una parrucca.

Sempre su Instagram anche le sezioni ‘mammaefiglia’ e la sezione ‘Direttora’, riferita appunto al Festival.

Nel dicembre 2021 la foto con la figlia appena nata: “Ed eccolo qui il nostro primo sguardo in questo bellissimo pazzo mondo. Io dopo tre giorni e tre notti di contrazioni preparatorie e 10 ore di travaglio, con indosso la camicia da notte con cui è nato mio padre, le mie sorelle e la sottoscritta. Lei calda e morbida che piange, tossisce liquido amniotico e mi fa la pipì addosso. Non dimenticherò mai quello sguardo, lo stesso con cui mi guarda ancora e con cui spero continuerà a guardarmi anche da grande, almeno ogni tanto: come fossi il centro del suo mondo”.

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