Il conduttore della kermesse: "Lavoro in autonomia"
“Lavoro in autonomia. La politica resti fuori dal Festival di Sanremo”. Così Amadeus in una intervista a ‘Repubblica’. La politica, spiega, “deve stare lontana da Sanremo”. “Il festival – prosegue Amadeus – è il più grande appuntamento musicale del Paese e chiunque lo fa, deve farlo in assoluta indipendenza. Dichiaro per chi faccio il tifo, non ho mai dichiarato per chi voto. Se sono stato attaccato da destra e da sinistra vuol dire che sono una persona libera. Quando prendo una decisione penso solo al bene del programma, non a farmi delle amicizie che possono tornarmi utili. Mai fatto nella vita, non comincio a farlo a 61 anni”. Giunto alla quinta edizione del Festival, afferma: “Portiamo a casa il quinto. Ho promesso all’azienda di dare una risposta sul sesto, il fatto che me lo chiedano mi fa piacere e mi rende orgoglioso, ovviamente. Per una questione di rispetto, il giorno dopo ci metteremo seduti con la Rai e affronteremo il tema”. Osserva poi che “non può esistere” Sanremo senza polemiche. “Me lo disse Pippo Baudo durante un famoso pranzo in cui mi diede preziosi consigli che mi aprirono gli occhi: ‘Ricordati che le polemiche faranno parte di Sanremo, se non ci saranno, non sarà festival’. Non sono fatto per la polemica caratterialmente, ma sono Swiffer, le attiro senza cercarle.Sono 5 ore di diretta, può succedere qualunque cosa. Ma ho anche capito che la polemica, con la velocità con cui arriva, si spegne”, aggiunge. E delle cinque edizioni dice di provare “immenso orgoglio, non l’avrei mai immaginato. Quando mi chiamarono nell’estate 2019 era un sogno realizzato. Pensavo: farò il traghettatore in attesa che trovino uno più credibile, non pensavo di farne 5 di seguito. Il sesto sarebbe un record: un motivo per cui non voglio è che non trovo moralmente giusto farne uno in più, di seguito, rispetto a Pippo e a Mike”.
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