Los Angeles (California, Usa), 20 nov. (LaPresse) – Un’edizione tutta dedicata a Marilyn, con gli scatti che più raccontano l’icona di Hollywood. Playboy ha deciso di celebrare così il 50esimo anniversario della scomparsa dell’icona hollywoodiana, portando alla luce un tesoro dagli archivi della rivista. Il personale di Playboy ha trascorso sei mesi a spulciare un archivio di oltre 10 milioni di foto per selezionare le immagini più significative della Monroe, che compariranno nella galleria tributo. A cominciare dal leggendario scatto del fotografo Tom Kelly che la ritraeva nuda su un drappo di velluto rosso. “È la prima volta che mostriamo la totalità della nostra collezione, dall’inizio fino a pochi giorni prima della fine della sua vita. Mostra l’intero arco della sua vita” racconta il direttore editoriale Jimmy Kellinek al DailyMail.

Un atto di amore dovuto quello di Playboy e del suo fondatore Hugh Hefner, che la mise sulla copertina del primo numero, nel gennaio 1952, pubblicato prima che la Monroe raggiungesse la notorietà. “Per il primo numero voleva usare un’immagine in 3d con gli occhiali, ma non poteva permetterselo, così optò per degli scatti di nudo di un’attrice poco conosciuta” è il ricordo che Jellinek dà al New York Daily News. Il numero andò esaurito e il resto è storia. “Si sentiva più a suo agio quando era nuda – nota Hefner – quella che per altri era una posizione di vulnerabilità per gli altri, per lei era una posizione di potere”. “Ha contribuito ad elevare la fotografia di nudo a una più alta forma di arte” aggiunge Jellinek. Gli fa eco l’editorialista Rober Ebert, dicendo che Playboy così “legittimò la nudità incarnandola nella donna più famosa di America”.

Dieci anni dopo quella storica copertina, nel 1962, Norma Jean Baker, fu trovata morta nel suo appartamento a soli 36 anni. Chiude la galleria di Playboy l’ultimo scatto da nuda, due giorni prima della sua morte. Playboy promette che il numero di dicembre coprirà “l’intero spettro della sua bellezza e potere”. “C’erano due persone che combattevano in lei – la seducente Marilyn e la fragile Norma Jean – e quel conflitto affascinava le persone, e le foto lo mostrano” afferma Ebert. “Aveva il talento e il carisma divino per accendere quella luce interiore, e aveva l’intelligenza per regolarla creando immagini erotiche, tristi, vulnerabili – afferma l’editorialista Kim Morgan – era forte, era coraggiosa. Quella è arte. L’arte di Marilyn”.

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